Nuova Zelanda batte Canada e USA. Si trova qui Baldwin Street, la via più scoscesa del pianeta che porta il nome di un cercatore d’oro
di FABRIZIO APOSTOLO
La strada come metafora. Ma anche come emblema, icona, monumento simbolico di una condizione imperante del nostro tempo: la fatica. Da associare, naturalmente, alla salita. Fatica, però, oltre che vivere – molto faticosamente – i grandi problemi del nostro tempo (dalla pandemia alle guerre), vuol dire anche stringere i denti, non perdersi d’animo, combattere istante per istante per sprigionare energie, trovare soluzioni innovative per risolvere i problemi macro e micro, non smettere mai di diffondere e predicare cultura (sì anche e soprattutto on the road).
Qui, nel Sud del Paese, in quel di Dunedin, a un tiro di schioppo da coste animate da foche e leoni marini, c’è Baldwin Street, un rettilineo, si legge su Wikipedia, lungo meno di 350 m che passa da 30 m slm fino a 100 m slm nel suo tratto finale sommitale. Il tratto più basso, meno ripido, ha una pavimentazione in asfalto, mentre quello superiore, decisamente più inclinato, ha la sovrastruttura in cemento (circa 200 m). Ce ne ha parlato Stefano A., curioso universitario piemontese in scambio che è anche l’autore delle foto a corredo dell’articolo.
Pendenza da record
La pendenza massima di Baldwin Street è di circa 1:2,86 (19° o 35%), ovvero per ogni 2,86 m di percorso in senso orizzontale, l’elevazione aumenta di 1 m. Per pendenza, batte Côte Saint-Ange a Chicoutimi, Canada (33%), Canton Avenue, a Pittsburgh, USA, che ha una pendenza del 37% ma solo per 6,5 m, molto ma molto meno della nostra via neozelandese, ed Eldred Street a Los Angeles, California, ancora USA (32-33%). Esempi di strade decisamente ripide europee si riscontrano per lo più in UK, ma si tratta di angusti vicoli.
Baldwin Street è stata progettata dall’immigrato inglese Charles Kettle alla fine del XIX Secolo e porta il nome di William Baldwin, cercatore d’oro, parlamentare dell’Otago e successivamente editore. Due personaggi ottocenteschi che la fatica, poi ripagata, l’hanno dunque conosciuta davvero.
Confetti e palle da tennis
Baldwin Street, quanto a carrabilità, è una strada senza uscita, anche se nella parte superiore si collega a Buchanan Street, percorso pedonale non asfaltato che funge da collegamento con Calder Avenue e Arnold Street.
La sua configurazione piuttosto peculiare ha anche reso questa infrastruttura viaria teatro di varie iniziative curiose. Ogni anno, per esempio, vi si svolge il Baldwin Street Gutbuster: gruppi di atleti devono percorrere la strada da fondo a cima e ritorno. Dal 2002, inoltre, vi si svolge anche un evento di beneficenza che prevede il rotolamento lungo Baldwin Street di oltre 30mila “Jaffa” (confetti dolci rivestiti di cioccolato) sponsorizzati. Il precedente: nel 1998, quando 2mila palle da tennis vennero fatte rotolare nel corso di un evento che promuoveva una raccolta di fondi per Habitat for Humanity, organizzazione no profit internazionale.
Fatica d’accordo, dunque, ma, come ci insegnano i New Zelander, a volte non fa male anche un po’ di spensieratezza, alla Road&Leisure, insomma. Ancora meglio se abbinata a una buona azione.