Il Consorzio Pangea ha portato a termine con successo l’esecuzione del ponte di Vigevano sul Ticino composto da due archi e viadotti di approccio
di FABIZIO APOSTOLO
Organizzazione e tecnica in stretta sintonia per vincere una sfida: quella del completamento di una grande opera “tribolata” come il nuovo ponte della SS 494 sul Ticino a Vigevano (Pavia). Opera finita, come VISIONJ ha potuto appurare direttamente effettuando una visita sul campo proprio nei giorni delle prove di carico, su invito e per gentile disponibilità dell’impresa esecutrice, il Consorzio Pangea di Pescara (il suo braccio operativo, nel caso specifico, è stata la consorziata Edilia & Co.). E soprattutto opera ben riuscita, nonostante le complessità date dalla sua stessa configurazione progettuale e costruttiva e, soprattutto, da un cammino accidentato contraddistinto, tra le altre cose, da uno stop ai lavori determinato da un contenzioso tra l’impresa affidataria precedente e la stazione appaltante, la Provincia di Pavia. L’atto successivo: un nuovo appalto riguardante il completamento, vinto da Pangea, con lavorazioni riprese nel 2021 e concluse con successo giusto poche settimane or sono.
Opera complessa, si diceva, da portare al traguardo in un contesto irto di complessità. Il merito di questa “rigenerazione” va innanzitutto al lavoro di squadra condotto tra gli attori della partita, che vanno in prima battuta doverosamente menzionati. Sono l’ente Provincia di Pavia, con, tra gli altri, il RUP ingegner Barbara Galletti; il professor Marco Petrangeli di Integra, che con il suo team si è occupato della progettazione esecutiva relativa al completamento; il direttore lavori ingegner Marco Funari di Pegaso Ingegneria; il già citato consorzio Pangea con i suoi fondatori, dal direttore tecnico Roberto Di Ramio al presidente Giuseppe Luciani, architetti; il geometra Carlo Bruggi, capo cantiere per Pangea; il collaudatore professor Michele Mele. Senza dimenticare tutte le altre professionalità e maestranze che hanno dato un contributo fondamentale al buon esito della sfida.
Consorzio e impresa
Organizzazione e tecnica, si diceva. La prima, dal punto di vista in cui abbiamo scelto di raccontare questa grande opera dalle indubbie peculiarità, ci riporta proprio all’identità imprenditoriale del protagonista costruttivo, il Consorzio Pangea, fondato da Di Ramio e Luciani nel 2010 con l’obiettivo di aggregare professionisti e operatori delle infrastrutture per generare opportunità, nel contesto delle opere pubbliche e private, ma soprattutto riuscire a valorizzare al meglio, in funzione dell’ottimale riuscita dell’impresa, sia le componenti sinergiche sia quelle specialistiche.
“Attualmente – spiega il presidente Giuseppe Luciani a VISIONJ – le imprese consorziate di Pangea sono circa 30. I campi costruttivi in cui siamo impegnati, con cantieri aperti in tutta Italia, vanno dall’edilizia residenziale al restauro, alle infrastrutture di trasporto. In bacheca abbiamo opere d’eccellenza come quelle legate al centro per la produzione di idrogeno al servizio dei mezzi di trasporto pubblico in Campania, un sistema di piste ciclabili in Sardegna o la torre biomedica presso il complesso ospedaliero Alma Mater di Bologna. Un nostro principio chiave è quello del concetto delle antenne sul territorio, imprese locali che trovano in Pangea un partner a valore aggiunto”.
Un esempio da manuale è proprio il completamento del ponte sul Ticino, alle cui prove di carico hanno assistito anche i rappresentanti delle istituzioni territoriali, a partire dal Sindaco di Vigevano Andrea Ceffa. Istituzioni ora impegnate nella realizzazione della viabilità di accesso al link, ancora mancante: assicurazioni sull’accelerazione di quest’altra cruciale pratica sono arrivate, a questo proposito, direttamente da Giovanni Palli, presidente della Provincia di Pavia.
Il ponte compiuto
Circa venti truck ognuno dei quali caricato con circa 45 ton di materiale. Tre giorni di prove finali di carico, a cui va aggiunta una giornata nel novembre scorso. All’atto finale, in una tiepida giornata di febbraio, abbiamo assistito anche noi di VISIONJ , per raccontare un’opera già “incompiuta” che si compie, rappresentando anche una lezione che dà speranza e fiducia. A farci da guida tecnica il geometra Carlo Bruggi, anche depositario, per il fatto di esserci stato, della memoria dell’opera ante 2021.
Il nuovo ponte sul Ticino di Vigevano si sviluppa per una lunghezza di 498 m ed è composto da due archi in successione di 150 m di luce e da due viadotti di approccio composti da 4 campate (2 lato Milano e 2 lato Vigevano) di circa 100 m di luce ciascuno. Gli archi sono del tipo a via inferiore con impalcato in calcestruzzo armato precompresso appeso agli stessi con 12 pendini e sono realizzati in struttura mista calcestruzzo-acciaio con sezione a forma esagonale di dimensioni variabili: “La parte strutturale degli archi è in calcestruzzo – approfondisce Bruggi – mentre quella di involucro è in acciaio. La funzione di quest’ultima è duplice: da un lato è servita come cassero a perdere in fase di costruzione, dall’altro contribuisce alla protezione della stessa struttura nel tempo”.
Restando nel campo strutturale possiamo aggiungere che nel contesto del completamento sono anche stati progettati tiranti di eliminazione della spinta dell’arco in direzione longitudinale realizzati con quattro stralli da 55 trefoli per lato. Per ridurre ulteriormente le sollecitazioni della fondazione, inoltre, sono stati introdotti dei tiranti anche nella direzione trasversale, per ridurre così la spinta prodotta dall’inclinazione dei due archi.
Per quanto riguarda la sovrastruttura, il ponte è percorso da due corsie per senso di marcia a cui vanno aggiunte due piste ciclabili, una per lato, provviste di “balconcini belvedere”. La pavimentazione carrabile è composta da uno strato di binder di 5 cm e da un’usura di 8 cm, anteceduti da un intervento di impermeabilizzazione a caldo (cappa asfaltica). “Il calcestruzzo impiegato per la realizzazione delle componenti strutturali del ponte – aggiunge Bruggi – ha caratteristiche fortemente prestazionali, dal momento che raggiunge una resistenza, poco usuale nel settore, che ha dunque richiesto opportune prequalifiche e l’impiego di additivi ad hoc, pari a 750 kg/cm quadrati. Un materiale d’impiego altamente compattante”.
Operatività continua
Dal punto di vista operativo nei tre anni di lavorazioni, il consorzio Pangea ha impiegato costantemente squadre di circa 25 addetti, nonché portato sul Ticino numerose macchine e attrezzature. Una task force che, in sintonia con tutto il team dedicato all’opera, ha lavorato sia alle opportune difese spondali sia al completamento del ponte, avanzando di 5 m in 5 m. Tutte le sue parti, infine, sono state verniciate con prodotti speciali ad alta protezione.
E il futuro? Quello immediato, ce lo auguriamo tutti, dovrebbe portare alla realizzazione – con altro appalto – delle viabilità che consentiranno la percorribilità del ponte. Quello prossimo – ed è un augurio che estendiamo a tutto il parco delle nostre infrastrutture – è che quest’opera venga inserita in un programma di manutenzioni programmate che ne sappia valorizzare l’efficienza e prolungare la vita di servizio.