Green Vision

L’ingegneria dell’eco-transizione

SINA porterà ad Asphaltica il suo know-how funzionale alla realizzazione di pavimentazioni green e prestazionali. Partendo dall’aggiornamento dei capitolati. 

Redazione VISIONJ

La transizione ecologica, con un occhio di riguardo per l’aspetto delle pavimentazioni, raccontata da una società di inge­gneria di primo livello strutturata su tre “capisaldi” specialistici (progettazione, direzione lavori e controlli) e storicamente votata al lavoro di connessione con le con­cessionarie autostradali, nel caso specifico del gruppo ASTM (ma non solo), nonché con l’impresa. Stiamo parlando di SINA, ASTM Group, che sarà tra i protagonisti di Asphaltica 2024 dove appro­fondirà in un workshop la sua “vi­sione dell’eco-transizione” (scopri i workshop di Asphaltica).

Abbia­mo già avuto modo di affrontare il tema nel numero speciale VISIONJ Marzo (“Viaggio nel futuro della Torino-Milano”), occupandoci per lo più – sempre nella logica della cultura di gruppo – di im­pianti e smart road. In questa sede, invece, il filo conduttore partirà dal materiale, ovvero i conglomerati bituminosi, per ar­rivare alle macchine, passando per una serie di considerazioni e riflessioni di metodo, frutto dell’esperienza complessiva di SINA e di un progetto di percor­so, in progress, che punta a centra­re pienamente gli obiettivi della sostenibilità. La nostra guida: l’ingegner Marco Mariscotti, diretto­re dell’area laboratori di SINA (Tortona/Alessandria, Santo Stefano Magra/La Spezia, vari laboratori fissi di cantiere), nonché Rappre­sentante di Categoria C, labora­tori e servizi in seno al SITEB). 

La sfida della qualità

Transizione, innanzitutto, è un ter­mine che ne evoca altri due: tra­guardo da raggiungere e territorio da attraversare, con determinate caratteristiche e regole. Il primo dà subito il senso della sfida: “Re­alizzare un’infrastruttura stradale ad alta sostenibilità che, allo stesso tempo, non perda nulla in termini di prestazioni e qualità”, sintetizza Mariscotti. Il secondo, invece, può essere correttamente esemplifi­cabile nel contesto di cogenza pro­gettuale, produttiva e applicativa a cui ci porteranno presto i CAM Strade, di recente emanazione (sfoglia e scarica il Decreto CAM Strade). 

Come è noto i Criteri Ambientali Minimi, già attivati in edilizia, stan­no conducendo il settore stradale a premere l’acceleratore su aspet­ti quali il recupero dei materiali, la riduzione delle temperature o l’abbassamento della rumorosità.

La questione – rileva Mariscotti – ­va affrontata con un approccio di si­stema. In SINA lo stiamo facendo at­traverso la costituzione di gruppi di lavoro che si occupano dell’aggiorna­mento dei capitolati di gruppo, in sin­tonia con tutte le funzioni ASTM in­teressate. Introdurre cospicuamente nuovi materiali, penso per esempio ai warm mix asphalt, significa infatti coinvolgere tutta la filiera operativa: dagli impianti alle macchine, dalle modalità esecutive ai controlli. Per farlo al meglio, occorre strutturare una nuova ‘mappa’ tecnica, comple­ta, ponderata e condivisa”. 

Un viaggio di transizione che è an­che una sfida: quella della co-pre­senza di sostenibilità e prestazio­ne/durabilità. Una “costellazione guida” (i CAM Strade) rappresen­tata in una mappa (i nuovi capito­lati) da disegnare e condividere con tutte le anime di un gruppo autostradale leader, dalle com­mittenze all’impresa. 

In aggiun­ta a tutto va sottolineato il fattore della lunga tradizione tecnica di SINA/ASTM anche in materia di green road technology: basti pensare al primato ormai ul­traventennale dell’introduzione massiva della tecnica del riciclag­gio a freddo delle pavimentazioni, sull’A4 Torino-Milano, che ha di fatto segnato la prima scesa in campo del “fresato”, oggi “granu­lato d’asfalto”. “Un esempio altret­tanto rilevante recente – aggiunge Mariscotti – è quello riguardante i risanamenti profondi delle pavi­mentazioni dell’A21 Torino-Pia­cenza, a partire dalle fondazioni, in tratti storicamente sottoposti ai carichi veicolari intensi e ripetu­ti destinati alle aree logistiche. In quel caso, lavoriamo con materiale, recuperato e rigenerato attraverso l’apporto di calce o cemento, che di fatto non esce mai dal cantiere”. 

Tecnologie per monitorare

Un’altra sfera di intervento dei CAM Strade è poi quella dell’ab­battimento della rumorosità della pavimentazione. SINA, a questo proposito, sta introducendo nella sua flotta di strumenti di misura un’attrezzatura specifica denomi­nata CPX, Close Proximity Method. Un obiettivo è, tra gli altri, quello di misurare il rumore generato dalle pavimentazioni drenanti e impie­gare i dati raccolti nella ricerca di soluzioni sempre più performanti sul piano acustico, ma che lo siano in ugual misura su quello dell’effi­cienza (la sfida è analoga a quella di cui abbiamo già parlato). 

Sempre rimanendo nel campo delle tecno­logie, un’altra frontiera su cui SINA sta lavorando riguarda le macchine stradali e, nello specifico, la pos­sibilità di introdurre sulle finitrici termocamere, per verificare la co­stanza delle temperature del materiale posato, e sui rulli sofisticati sistemi di monitoraggio della tem­peratura stessa, anche in questo caso in funzione del controllo della qualità dell’eseguito. Appunta­mento ad Asphaltica Bologna per saperne di più. 

 
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