Vision News

Autostrade, oasi e angeli

Cigni, caprioli, civette. I mutamenti della nostra era guidano gli animali verso habitat poco appropriati. Ma vigilati da “eco-sentinelle”

Redazione VISIONJ

A darci la notizia, nonché più di uno spunto per riflettere, è Claudia Paolini, responsabile ufficio ambiente di Milano Serravalle-Milano Tangenziali.

Grazie all’intervento tempestivo dei colleghi della viabilità, della Polizia stradale e e della Polizia provinciale – scrive su LinkedIn – una famiglia di sei cigni, smarritisi in uno svincolo della Tangenziale Est di Milano, è stata messa al sicuro nel canale limitrofo. I genitori proteggevano uno dei piccoli che era ferito, senza il quale non avevano intenzione di muoversi“. 

Cigni in tangenziale. Pura e sempre più “quotidiana” realtà. Il tema è caldo da tempo, si pensi ai corridoi ecofaunistici sempre più spesso previsti dalla progettazione e realizzati dai gestori, in particolare nei progetti di nuova infrastrutturazione. La notizia, tuttavia, non può portare che a riflettere ulteriormente sul tema della coabitazione tra uomo, altre specie e in generale ambiente in un’epoca che si professa assolutamente “green“, o quantomeno protesa e impegnata a diventarlo.

Attendendo che le politiche si strutturino, intensifichino e diventino attuazioni, a mettere in sicurezza eventuali piccoli intrusi, oggi, ci pensano gli “angeli della strada”: un mese fa, ci ricorda ancora Paolini, in autostrada A7 un capriolo di pochi giorni abbandonato ai piedi di una scarpata è stato salvato da un investimento quasi certo: “Ora è al sicuro in un centro di recupero fauna selvatica dove si prepara a tornare in libertà. È stato simpaticamente chiamato A7!“. In un’altra circostanza è stata invece rinvenuta una civetta, poi recuperata dalla LIPU, in una vasca di trattamento delle acque meteoriche in Tangenziale Est.

Vi sono tante difficoltà nel gestire gli aspetti ambientali legati a un’infrastruttura autostradale, soprattutto in un ambito molto antropizzato come quello dell’hinterland milanese – conclude Paolini -. Ultimamente alcuni di quelli che erano considerati animali selvatici e i cosiddetti esotici stanno sempre di più frequentando luoghi urbani e temono sempre meno l’uomo. Questo fa sì che espongano se stessi e gli umani a grandi rischi“. Da gestire e su cui vigilare.

 
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