Green VisionVision News

Per una manutenzione rigenerativa

Andare oltre le norme per rendere le infrastrutture sempre più efficienti e green: ne ha parlato in Bocconi Stefano Susani, CEO di Tecne

di FABRIZIO APOSTOLO

Infrastrutture sostenibili. Quelle che il settore sta “coltivando” e che l’occasione PNRR sta stimolando. Come? Ce l’ha raccontato oggi all’Università Bocconi, a Milano, Stefano Susani, CEO di Tecne (Gruppo Autostrade per l’Italia) tra i partecipanti dell’interessante panel dal titolo “PNRR: infrastrutture, sostenibilità e rigenerazione del territorio” organizzato nell’ambito di CRS, Il Salone della CRS (Corporate Social Responsability) e dell’innovazione sociale.

Susani, in premessa, ha sottolineato l’impegno del gruppo a costruire valore aggiunto, sul piano della sostenibilità ambientale, oltrepassando il minimo normativo, per esempio facendo propri protocolli internazionali come Envision (il progetto del Passante di Bologna, a questo proposito, ha ricevuto la certificazione Platinum).

Ingegneria lungimirante

Un tema più specialistico affrontato da Susani ha poi riguardato la necessità di ridurre gli impatti ambientali nella realizzazione delle opere civili, anche attraverso azioni di procurement green.

Ci troviamo in un momento storico – ha detto il manager – in cui le infrastrutture realizzate prevalentemente negli anni 50 e 60 stanno raggiungendo il proprio limite di vita utile; diventa così necessaria un’ampia manutenzione rigenerativa che le sappia rilanciare in avanti per altri 60 anni, diventando base di un ragionamento di lungo termine. Questo vale soprattutto per i ponti, le gallerie e, in genere, le opere civili. È nostro dovere trasmettere alle generazioni future opere che diventino un’eredità lungimirante e questa è un’operazione che va fatta ora e per i prossimi 10 anni: è questo il periodo in cui dobbiamo rigenerare sistematicamente le infrastrutture del nostro Paese. Parallelamente a questa sfida, tuttavia, ne dobbiamo affrontare un’altra: pensare alle dotazioni di resilienza che servono alle infrastrutture per essere manutenute evitando ulteriori e ripetute chiusure dall’impatto sociale negativo, come abbiamo già potuto verificare nella fase di Assessment”.

È la criticità questa di un Paese come il nostro, dall’orografia particolare, ma anche di molti altri Paesi europei. Una doppia sfida che un approccio concretamente sostenibile (e dunque non facile, ma estremamente probante) alla manutenzione può contribuire a vincere. 

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