Vision Talks

L’innovazione che si moltiplica

Sicurezza delle infrastrutture (ARGO) e sulle infrastrutture (controllo carichi): la parola al ceo di MOVYON, Lorenzo Rossi 

di FABRIZIO APOSTOLO 

Ingegner Rossi, ci può parlare di MOVYON (Gruppo Autostrade per l’Italia) e della vostra partecipazione a Intertraffic Amsterdam?

L’obiettivo di MOVYON e “fare tecnologia”, portandola dai caselli autostradali a molti altri ambiti, penso per esempio ai contesti urbani e dovunque l’innovazione possa portare utilità alle nostre comunità. A Intertraffic, ci siamo classificati con il nostro progetto ARGO tra i cinque finalisti degli Innovation Awards: un risultato che ci riempie di soddisfazione.

La sicurezza è il nostro grande obiettivo comune, un target che vediamo più vicino anche e soprattutto grazie all’innovazione tecnologica. Vi sono degli esempi di questa “accelerazione nell’innovazione” che può raccontarci?

Un esempio è proprio quello che abbiamo illustrato a Intertraffic Amsterdam, ovvero ARGO, uno strumento in grado di monitorare lo stato di salute delle infrastrutture. Un punto chiave è il fatto che stiamo passando sempre più rapidamente dall’ideazione all’ingegnerizzazione, all’applicazione su una rete, come quella di Autostrade per l’Italia, che conta circa 4.000 ponti e viadotti. Si tratta così di una tecnologia ingegnerizzata e raffinata attraverso l’impiego in contesti reali, il che porta come risultato anche il fatto di renderla  quasi invisibile, se non impercettibile.

Qualche altro esempio altrettanto significativo?

Partiamo dal fatto che in Italia vi è un importante numero di veicoli pesanti che trasportano a pieno carico una massa superiore a quanto consentito, il che mette a rischio, tra le altre cose, le condizioni delle sovrastrutture stradali. Ora, stiamo applicando una nuova tecnologia che non solo “pesa” in tempo reale i veicoli, ma, nel momento del passaggio, sono in grado di tracciarli e identificarli, facendo sì che, se fuori peso, non possano accedere a infrastrutture particolarmente critiche. 

E per quanto riguarda i veicoli autonomi o connessi?

La comunicazione terra-bordo non è un sogno da “futuro ulteriore”, ma è una realtà, operativa qui e ora. Molti car maker già inseriscono di serie nei loro modelli la possibilità di ricevere informazioni dall’infrastruttura, interpretate dai veicoli secondo standard europei. Il veicolo, come conseguenza delle informazioni che riceve dalla strada (incidenti, cantieri, meteo), può frenare, rallentare, spostarsi di carreggiata, contribuendo a elevare sensibilmente gli standard di sicurezza.

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