Safe VisionVision Talks

Infra-sicurezza a tutto campo

Dai rapporti con i gestori alle ispezioni, dal monitoraggio all’innovazione. Parla Domenico Capomolla, Direttore di ANSFISA

di FABRIZIO APOSTOLO

La carriera di Domenico Capomolla, Direttore di ANSFISA, una laurea in ingegneria con indirizzo Trasporti all’Università Federico II di Napoli, ha preso avvio all’interno del Gruppo IRI, dove si è occupato di edilizia universitaria. Nel 1997 entra in Anas ricoprendo diversi incarichi: dal 2003, in qualità di dirigente, si occupa di nuove opere, manutenzione ordinaria e straordinaria e concessionarie autostradali in Veneto, Emilia-Romagna e Sicilia. Dal 2012 Capomolla è quindi dirigente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: all’interno della Direzione Generale Vigilanza delle Concessionarie autostradali, ha svolto la funzione di dirigente responsabile dell’Ufficio ispettivo territoriale di Bologna con un’area di competenza estesa anche a Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche e Toscana. Il 28 marzo 2023 l’ingegner Capomolla è stato nominato dal Consiglio dei Ministri Direttore di ANSFISA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali. A pochi mesi dal suo insediamento ha accettato di fare con noi di VISIONJ (lo ringraziamo) il punto sulle grandi questioni di cui l’Agenzia si prende cura. L’intervista che segue è stata pubblicata nel Magazine 3 Ottobre 2023 (sfoglia e scarica l’intero Magazine): la riproponiamo integralmente in edizione web.

Ingegner Capomolla, ci può fare innanzitutto il quadro di obiettivi e attività 2023 di ANSFISA?

Uno degli obiettivi più importanti che, come ANSFISA, stiamo mettendo in atto quest’anno è il coinvolgimento di comuni e province nel processo di messa in sicurezza delle strade: stiamo lavorando per sensibilizzare gli uffici tecnici, muovendoci a supporto delle realtà, anche piccole, ma territorialmente rilevanti per la gestione della viabilità e delle emergenze. Inoltre, abbiamo messo in cantiere diverse iniziative per sostenere lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico delle città che devono essere sempre più sicuri e tecnologici, mirando a interventi efficaci in caso di messa in servizio di nuovi convogli o revisioni per metropolitane, filobus e tranvie. Abbiamo anche tanto lavoro in ambito ferroviario per una definizione e maggiore chiarezza di ruoli e compiti di tutti i soggetti coinvolti nella sicurezza, con particolare riferimento alle attività dell’“ultimo miglio”, in materia di ponti, viadotti e altre infrastrutture ferroviarie, o nelle procedure di manovra e nel trasporto delle merci pericolose. In questo settore, possiamo contare in Agenzia su una struttura più consolidata la cui esperienza potrà fare da guida negli altri ambiti. Inoltre, stiamo portando a termine la riorganizzazione dell’Agenzia che, grazie al nuovo regolamento approvato di recente, avrà una terza direzione generale dedicata agli impianti fissi. Un altro passo fondamentale sarà l’apertura della sede di Genova che è tra le priorità assolute del mio mandato e che vedrà lo sviluppo di progetti tecnologici dedicati al monitoraggio delle strade e autostrade.

Una delle attività consolidate di ANSFISA riguarda l’elaborazione di carattere normativo al servizio degli operatori del settore. Quali sono gli sviluppi più recenti al riguardo? 

La nostra attività normativa ha lo scopo di uniformare i modelli di gestione della sicurezza nei settori di competenza dell’Agenzia. Un’operazione che ANSFISA ha messo in campo emanando nel 2022 le Linee Guida sui sistemi di gestione della sicurezza in ambito stradale e collaborando attivamente con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’emanazione delle Linee Guida per la classificazione e gestione del rischio di ponti, viadotti e gallerie e per i trasporti in condizioni di eccezionalità. Sul fronte ferroviario, abbiamo contribuito con l’emanazione delle nuove Linee Guida per il rilascio delle autorizzazioni per veicoli e sottosistemi. Nel 2023 abbiamo lavorato sulle procedure per la qualificazione del personale addetto ai controlli non distruttivi sia in ambito ferroviario che per i trasporti a guida vincolata. Altri temi che stiamo affrontando riguardano la manutenzione della sovrastruttura ferroviaria e l’estensione delle Linee Guida ponti alle opere ferroviarie. In termini generali, un principio che muove la revisione della normativa è anche quello legato all’innovazione e alla digitalizzazione dei processi.

Dalla normativa all’attività sul campo, segnatamente la vigilanza delle opere infrastrutturali. Ci può fornire qualche dato significativo su questo aspetto così cruciale? Quali sono le azioni in corso o previste, al riguardo?

Tra il 2021 e 2022 ANSFISA ha effettuato sulle strade e autostrade oltre 110 attività ispettive (per oltre 720 opere ispezionate), ivi compresa l’attività ispettiva straordinaria sull’intera infrastruttura autostradale A24 e A25 (conclusa nell’aprile 2023). Con la Commissione Permanente per le Gallerie, sono state ispezionate decine di gallerie della rete transeuropea. Per il 2023 sono programmate circa 100 ulteriori attività ispettive per altre 750 opere. A queste si aggiungono anche decine di attività di audit di sistema, per la verifica delle procedure e l’organizzazione dei gestori, nonché diversi sopralluoghi effettuati in caso di incidenti rilevanti avvenuti su infrastrutture stradali (quali crolli di ponti, incidenti in galleria, frane e dissesti idrogeologici, etc.), anche in collaborazione con le competenti autorità giudiziarie. Sul fronte ferroviario, le attività di supervisione pianificate per il 2023 sono complessivamente 153 e comprenderanno sia i monitoraggi ispettivi effettuati tramite verifiche a campione e finalizzati principalmente a valutare la corretta applicazione dei Sistemi di Gestione della Sicurezza da parte degli operatori ferroviari, sia ispezioni specifiche per accertare eventuali inconvenienti o incidenti rilevati, sia audit di sistema e follow-up. Per le imprese ferroviarie sono previste 122 iniziative di supervisione per la verifica di circa 6.000 elementi tra veicoli e personale con mansioni di sicurezza, e audit con follow-up. Saranno coinvolte con verifiche sul campo prioritariamente 17 imprese ferroviarie e 4 con verifiche da remoto.  Per quanto riguarda i gestori dell’infrastruttura sono 6 quelli che per cui sono stati pianificati specifici audit e ispezioni con 24 attività di verifica previste. Il quadro che sta emergendo ha evidenziato una modalità ancora disomogenea, persistono alcune criticità, ma pochissime hanno richiesto l’immediata limitazione della circolazione. In ogni caso, l’Agenzia ha dato ai gestori molte indicazioni sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture.

Vorrei ancora collegarmi per un momento al riferimento che faceva a inizio intervista alle attività di ANSFISA con le PA. A che punto siamo, normativamente e operativamente, per quanto riguarda l’estensione dei sistemi più avanzati di gestione della sicurezza alle stazioni appaltanti cosiddette “minori”?

Come dicevo, stiamo partendo con un progetto a cui teniamo molto, volto a coinvolgere proprio comuni, province e regioni nella gestione della sicurezza delle infrastrutture, uniformandone i sistemi di gestione. Per fare questo, occorre puntare sull’informazione e sulla formazione dei tecnici degli enti locali. ANSFISA vuole diventare un punto di riferimento credibile per il territorio in tema di sicurezza delle infrastrutture.

Dai piccoli ai grandi gestori, sempre sull’onda del grande tema della gestione della qualità. A che punto è il percorso con operatori quali RFI, Anas o le concessionarie autostradali?

Il lavoro con le stazioni appaltanti maggiori è iniziato da tempo ed è frutto di un confronto continuo. Come dicevo, vi sono ancora situazioni da uniformare e criticità da risolvere, ma il cammino è iniziato e contiamo di portarlo avanti, migliorando il dialogo, anche grazie alle novità normative e tecnologiche che man mano stiamo vagliando e introducendo. Una grande sfida, in particolare nel ferroviario, rimane il PNRR, per il quale l’Agenzia sarà chiamata a fare un grande lavoro di messa in servizio di nuove linee e convogli ferroviari. Ci stiamo preparando a questo appuntamento con progetti ad hoc che ci permetteranno di lavorare nel miglior modo possibile.

La sicurezza è anche e soprattutto questione di cultura specifica, un obiettivo chiave che presuppone sforzi importanti sul piano della formazione. Come si inserisce ANSFISA in questo contesto?

È sempre più evidente il ruolo che i fattori umani e la cultura della sicurezza ricoprono nei processi di miglioramento dei livelli di sicurezza e del benessere dei lavoratori. Una tendenza, riscontrata in molti settori ad alto rischio, che ha trovato conferma nel mondo ferroviario con il IV pacchetto che ha introdotto a livello europeo alcune interessanti novità. In questo ambito, ANSFISA, dopo aver esaminato l’approccio delle aziende con un questionario diffuso nel 2022, quest’anno ha avviato un’indagine sui livelli di implementazione dei fattori umani e organizzativi tra le imprese ferroviarie. Le verifiche presso gli operatori sono state eseguite da team composti da psicologi e ingegneri esperti in fattori umani e cultura della sicurezza. Si è proceduto parallelamente con l’analisi della documentazione e con questionari e interviste semi-strutturate, alla leadership e al personale operativo. Quello che sta emergendo complessivamente è che c’è maggior facilità, per le organizzazioni, a far conoscere i temi dei fattori umani e della cultura della sicurezza tra i lavoratori attraverso i canali di comunicazione e divulgazione interna rispetto alla completa messa a punto delle procedure degli SGS, previsti dalla strategia di implementazione. Pur essendoci quindi la percezione di un’aumentata consapevolezza della necessità di integrare nei sistemi di sicurezza il fattore umano e organizzativo, rimane importante incrementare attività e procedure che prevedano l’esplicito coinvolgimento pratico, e non solo teorico, del personale in tutti i processi.

Una tipologia infrastrutturale particolarmente sensibile, per le sue caratteristiche intrinseche e storiche, alla materia sicurezza è senz’altro quello delle gallerie, sempre più all’attenzione di ANSFISA. Come procede il lavoro in questo campo anche in virtù del passaggio “nell’orbita ANSFISA” della Commissione Permanente per le Gallerie?

La Commissione Permanente per le Gallerie è l’Autorità amministrativa italiana per l’applicazione della Direttiva 2004/54/CE sulla sicurezza delle gallerie della rete TERN; è incardinata in ANSFISA dal 2022 e ha già all’attivo una decina di riunioni che hanno dato il via a una serie di provvedimenti importanti ai fini della sicurezza della rete. Da fine maggio ha un nuovo regolamento, che mira a rendere più efficace e incisiva l’attività della Commissione e le modalità con cui vengono nominati i Gruppi di Lavoro, composti da componenti della Commissione stessa e da personale dell’Agenzia, che si occupano dei vari progetti delle richieste di autorizzazione alla messa in esercizio delle gallerie ricadenti nelle competenze della Commissione, inquadrando le modalità con cui vengono svolte le attività istruttorie. Il nuovo regolamento rappresenta uno strumento di lavoro utile a supportare ed efficientare le attività, anche in considerazione del complesso e articolato processo di adeguamento delle numerose gallerie TERN italiane, pari in numero a circa la metà delle gallerie europee, in un momento in cui è richiesto il maggior impegno di tutti i gestori stradali coinvolti per il rispetto delle scadenze fissate dalla Commissione Europea.

Considera particolarmente rilevante – e se sì perché – il legame tra manutenzione e innovazione, tema, quest’ultimo, che ha già avuto modo di sottolineare in precedenti passaggi. E come si può esplicitare?

Direi che è un legame importantissimo, fondamentale per aspirare a un reale miglioramento della manutenzione e supervisione delle infrastrutture. Ritengo che le nuove tecnologie possano dare un ampio contributo, per questo ANSFISA è attiva nello studio e nella ricerca, collabora con diverse realtà universitarie allo scopo di sviluppare sistemi sempre più in linea con le esigenze di sicurezza e monitoraggio a tutela di un patrimonio infrastrutturale come quello italiano, caratterizzato da un’elevata anzianità di servizio e tecniche costruttive diversificate. In particolare, ANSFISA è impegnata in un’importante transizione al digitale con numerosi progetti, tra i quali due rappresentano una sfida nel settore della vigilanza delle infrastrutture. Il primo si chiama VISIVIA, letteralmente “Visite Ispettive di Sicurezza delle Infrastrutture VIArie” e prevede la collaborazione di nostri ingegneri e docenti dell’Università di Udine, insieme a tecnici di alcuni gestori delle reti coinvolte nelle prove di prototipazione con l’obiettivo di definire una metodologia semplificata, ma efficace e pragmatica per consentire all’Agenzia di poter elevare il livello di standardizzazione della sua attività di vigilanza all’interno dei programmi annuali a campione. I risultati delle visite convergono in un cruscotto situazionale all’interno della Piattaforma PAMI, letteralmente “Piattaforma ANSFISA per il Monitoraggio delle Infrastrutture” in corso di sviluppo mediante il secondo progetto. La piattaforma consentirà il collegamento con AINOP, anche grazie alla collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con i sistemi informativi dei gestori e con i sistemi di monitoraggio delle opere d’arte. Il tutto sarà visibile in un cruscotto situazionale che consentirà all’Agenzia di sviluppare una programmazione più evoluta della vigilanza sulle reti infrastrutturali di trasporto.

Innovazione per la sicurezza, dunque. Due key factor accomunati dal concetto di “conoscenza”, naturalmente collegato a quello di formazione. Come sintetizzerebbe tutti questi concetti chiave in un proposito di ANSFISA, in una sua priorità?

Una priorità su cui ANSFISA si vuole focalizzare è l’individuazione e l’implementazione di nuove metodologie che siano di supporto costante alla nostra organizzazione operativa e che possano contribuire allo sviluppo dell’azione di presidio e monitoraggio sul territorio. Accanto al lavoro ispettivo e di supervisione che si mette a programma e si dispiega nel quotidiano, ma che per ovvie ragioni non può essere su tutto e continuativamente, è fondamentale dotarsi, anche tramite collaborazioni con università e operatori specializzati, di metodi, strumenti e tecnologie che ci consentano di creare una mappa completa e dinamica della situazione esistente, delle criticità, degli interventi necessari. Con questo approccio vogliamo mettere a sistema un’attività di monitoraggio snella ed efficace con cui continuare ad alimentare la conoscenza e il percorso di responsabilizzazione dei gestori di infrastrutture che sono i primi soggetti responsabili della sicurezza. 

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