Mentre il MIMS lavora al nuovo decreto, PIARC Italia apre il cantiere di un position paper mirante a potenziare la circolazione dell’informazione
“Anas in particolare – ha sottolineato Crocco – sta dando attuazione a un progetto significativo volto a introdurre nel nostro Paese la ‘strada intelligente’, pensiamo a quanto fatto a Cortina o lungo la Roma-Fiumicino. Parallelamente sono apprezzabili gli sforzi dei car maker nella direzione dell’implementazione di sistemi di guida sempre più tecnologici e a supporto delle decisioni di chi è alla guida. Tuttavia, è noto a tutti gli operatori che, per arrivare al traguardo della diffusione massiva di questo nuovo ecosistema stradale, il cammino è ancora lungo e complesso, in ragione degli alti costi in gioco, della mancanza di domanda specifica da parte dell’utenza e della questione delle responsabilità del gestore “.
La sicurezza non aspetta
“Ma la sicurezza non aspetta, per questo PIARC Italia ha chiesto agli specialisti, parallelamente all’impegno nel rendere concreta la Smart Road, di potenziare e migliorare il livello di interconnessione delle informazioni in loro possesso e di renderle disponibili agli utenti, creando una vera e propria Smart Road Virtuale”.
Diffondere istantaneamente – per esempio – informazioni sulle localizzazioni degli incidenti stradali o su eventuali “ghost” all’opera, ovvero gli automobilisti contromano, oppure segnalare punti della rete a rischio frana. Sono molte le emergenze segnalabili e comunicabili, con l’obiettivo di scongiurarle o risolverle tempestivamente, attraverso un’informazione sempre migliore e più capillare.
Come fare? Per esempio invitando il MIMS – attraverso un apposito Position Paper – ad accentuare questi specifici aspetti riguardanti la Virtual Smart Road nel nuovo Decreto Smart Road attualmente in elaborazione, di cui si è parlato a diffusamente anche nel corso della riunione.
Strutturare la gestione stradale
Un punto nodale, in questa complessa questione, è stato portato alla luce da Mario Nobile, dirigente del Ministero e presidente dell’Osservatorio Smart Road, che ha richiamato il problema di estendere i nuovi standard digitali a tutti gli oltre 8mila gestori stradali, di cui soltanto una minima parte adeguatamente “strutturati”. È il problema dei problemi, aggravato peraltro dal contesto pandemico e bellico, che deve essere affrontato attraverso una forte e condivisa attività riformatrice. Con alla base una questione: il viaggio smart, reale o virtuale che sia, deve poter coprire ogni itinerario e non fermarsi allo svincolo autostradale.
“Per quanto riguarda lo sviluppo del veicolo autonomo – ha detto Piergiorgio Castronovo, di VisLab – qualunque ulteriore informazione diffusa sulla rete sarebbe sicuramente utile e ben accetta, ragion per cui un’infrastruttura che consentisse la condivisione di informazioni, per esempio tra le sale operative e con i veicoli, sarebbe benvenuta. Inoltre, se aumentasse il numero degli utenti che condividono informazioni, queste diverrebbero via via sempre più robuste e affidabili”.
Mauro Giancaspro, direttore ITC di Anas (Gruppo FS Italiane), da parte sua, ha sottolineato la questione degli standard tecnico-normativi di settore da costruire, o comunque perfezionare, per inserirvi un progetto di questo genere e renderlo pienamente efficiente, sull’esempio di quanto fatto in ambito aeroportuale. Il frame più opportuno, in altre parole, a sostegno dell’archetipo tecnologico da definire.
Alessandro Musmeci, di AISCAT, ha sottolineato quindi la necessità di lavorare su una visione d’insieme dove i ruoli siano ben definiti, per arrivare a dare così sistematicità a un approccio all’implementazione delle informazioni che peraltro il comparto autostradale sta coltivando già da molto tempo, si pensi al coinvolgimento in progetti europei quali C-Roads.
Il nuovo decreto Smart Road
Quanto al nuovo decreto, come illustrato da Roberto Bianca del MIMS, vi rientreranno a pieno titolo mezzi innovativi come navette o shuttle, verrà ampliato l’Osservatorio Smart Road con l’ingresso di nuovi soggetti pubblici, si terrà conto del ruolo dei simulatori, si allargherà la pletora degli sperimentatori accogliendo anche gli stessi produttori dei sistemi, verranno snellite le procedure di accreditamento ai test.