Vision Talks

Il filo continuo dell’innovazione

Dal vetro al carbonio, dalle recinzioni alle malte, dall’edilizia alle infrastrutture: 20+1 anni di Fibre Net raccontati dal suo CEO, Cecilia Zampa

di FABRIZIO APOSTOLO / Video di ALESSANDRO CAPOMOLLA

Una storia di innovazione continua, che è iniziata nel 2001 e ha valicato, quindi, il traguardo dei vent’anni (per l’esattezza 20+1). Celebrati “in presenza”, causa pandemia, in una bella serata di questo mese di maggio insieme a dipendenti, clienti e partner presso la sede di Pavia di Udine, in Friuli, con spontaneità, eleganza e calore. Familiare, potremmo aggiungere. Subito dopo, ancora tutti a rimboccarsi le maniche, come nei primi vent’anni, perché l’innovazione, per funzionare al meglio, non aspetta e quella “made in Fibre Net” ne è un esempio da manuale. Fin dal suo atto di nascita.

Partita proprio sulle ali dello sviluppo di un prodotto decisamente innovativo, per l’epoca, ovvero una rete in GFRP (Glass Fiber Reinforced Polimer), materiale meglio noto come vetroresina, oggi Fibre Net SpA è una realtà alla continua ricerca dell’eccellenza, che punta forte su R&D e formazione. Le sue soluzioni: prodotti e sistemi certificati in materiali compositi in fibre di vetro e carbonio abbinate a matrici polimeriche che trovano largo utilizzo nel recupero strutturale, nel miglioramento e adeguamento sismico e nella messa in sicurezza del patrimonio archeologico, nonché edilizio e infrastrutturale esistente.  

I buoni frutti di questo approccio sono miriadi di cantieri di successo, alcuni dei quali decisamente celebri (Cascina Continassa, sede della Juventus, il campanile di Santa Maria Novella a Firenze, la Sagrada Familia a Barcellona). Fibre Net, la “casa madre” che si occupa di edilizia e infrastrutture, ha anche due divisioni: Fibrefence (recinzioni aeroportuali) e P-Trex (profili pultrusi in fibra di vetro). Un suo fiore all’occhiello: il Centro Studi, con i laboratori destinati alla ricerca. Una sanissima “fissazione”, da queste parti.

Vent’anni di Fibre Net dietro le spalle, dunque. Un’ottima occasione per fare il punto, sull’azienda e sul settore, con il suo CEO Cecilia Zampa, che abbiamo incontrato a Intertraffic Amsterdam, alla guida dell’azienda insieme al fratello Andrea.

Come ben sappiamo, la sicurezza delle infrastrutture non passa solo dalla tecnologia, ma anche ma dalla ricerca e sviluppo sui materiali. In Fibre Net ne sapete qualcosa e non da oggi…

Già. Nasciamo vent’anni fa come produttori di materiali compositi FRP, che sono diventati di utilizzo comune, ovvero i polimeri fibrorinforzati per il miglioramento sismico delle strutture. A questo inprinting, oggi abbiamo aggiunto il tema delle infrastrutture, che è diventato strategico, in quanto l’impegno è quello di allungare la vita utile dei manufatti rispetto agli standard tradizionali. Da vent’anni produciamo soluzioni innovative con una fortissima attenzione alla ricerca, ai test in laboratorio e in cantiere. Devo dire che il mondo dell’Università in questo percorso ci è sempre stato vicino. Siamo sul mercato principalmente con sistemi FRP in fibra di carbonio sotto forma di tessuti e lamine impregnate con resine termoindurenti per il miglioramento sismico. Ci muoviamo nell’ambito di linee guida che ci consentono sia di progettare con questi materiali innovativi, sia di qualificare i materiali stessi

Innovazioni consolidate, dunque…

Proprio così. Dal 2015 un materiale come il carbonio è normato ed è diventato di uso comune. A queste famiglie di prodotti, poi, noi abbiamo aggiunto le malte tecniche, da ripristino e rinforzo, qualificate e con caratteristiche meccaniche elevate.

Proprio il 2015 è l’anno di avvio della grande stagione della manutenzione programmata in casa Anas. Fa piacere sapere che obiettivi e percorsi di gestori e sviluppatori di tecnologia in alcuni casi coincidano… Può citare qualche vostro esempio di messa in sicurezza, al proposito?

Penso a una serie di interventi in Lombardia, nell’area di Malpensa, sia con Anas sia con Autostrade. Ma mi fa piacere citare anche un intervento al Tecnopolo di Bologna, su un’opera d’arte in calcestruzzo dal grande valore storico e architettonico e dall’importanza strategica, per la sua funzione di archivio di dati sensibili a livello europeo. Ora, però, siamo concentrati a progettare gli interventi del futuro, quelli che faremo…

Ci può anticipare qualcosa?

Ci occuperemo, per esempio, di armature di micropali in fibra di vetro, secondo caratteristiche tecniche determinate dal progetto, in sostituzione o completamento di armature in acciaio. In un momento in cui l’approvvigionamento di materiali presenta grande difficoltà, si tratta di un’alternativa interessante, progettabile e impiegabile.

Esiste una normativa tecnica specifica, al proposito?

Al momento ci stiamo muovendo nella cornice di una normativa appena uscita che ci consente di fare un percorso di qualifica riguardante le barre di armatura in fibra di vetro, carbonio o altri materiali, funzionali ad armare realizzazioni in calcestruzzo, sia nuove (cordoli o altre opere) sia esistenti, penso per esempio ai consolidamenti in galleria. In contemporanea all’uscita della linea guida sulla qualificazione delle barre d’armatura, poi, è uscita la linea guida per la qualificazione e messa in sicurezza delle gallerie: è un percorso a cui partecipiamo pienamente.

Normatori e innovatori ancora in sintonia, sulla strada dell’innovazione. Ancora un’iniezione di fiducia.

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