Vision News

Divieto d’accesso alla distrazione

A22 e Polstrada insieme per sensibilizzare gli utenti dell’autostrada. Perché oltre il 93% degli incidenti è ancora riconducibile al fattore umano

Redazione VISIONJ

Idato (fonte OCSE) è ancora quello che rende determinate iniziative imprescindibili: oltre il 93% degli incidenti stradali è riconducibile al fattore umano. Ne deriva che tra i nemici da battere, per migliorare gli standard di sicurezza stradale sulle nostre reti viarie, c’è sempre e comunque la famigerata “distrazione”. Da sostituire con la virtuosa “concentrazione”. 

E tra le iniziative di cui vogliamo dare conto c’è, naturalmente, la meritoria campagna di sensibilizzazione presentata il 22 febbraio scorso da Autostrada del Brennero e Polizia Stradale che coinvolgerà le aree di servizio dell’arteria, nonché i sei capoluoghi provinciali attraversati dalla medesima. La questione centrale: proprio il fattore umano.

Accanto al fattore tecnico (le dotazioni infrastrutturali) e a quello tecnologico (la digitalizzazione), è proprio lo “human factor” il tasto su cui non si può smettere di battere per raggiungere l’obiettivo più nobile e prioritario: la tutela della vita. Ne è più consapevole Autostrada del Brennero, che a livello infrastrutturale lavora sodo per il presente (pavimentazioni, barriere di sicurezza e via dicendo) e per il futuro (nuove tecnologie), ma – per dirla con il suo presidente Diego Cattoni  “finché il controllo dei veicoli sarà esclusivamente umano, chi guida continuerà ad avere una responsabilità enorme che la qualità dell’infrastruttura non potrà sostituire”.

Penso che il vero bilancio con il quale si valuta l’operato di un gestore autostradale – approfondisce la questione il Direttore Tecnico Generale di A22, Carlo Costasia la capacità di migliorare il tasso di incidentalità, agendo sulla sicurezza attiva come su quella passiva. Nel corso del 2021, abbiamo nuovamente conseguito il miglior risultato di sempre, con un tasso di incidentalità globale sceso a 15,99, ben al di sotto della media nazionale. È tuttavia evidente che finché una sola persona perderà la vita, quella sarà una perdita di troppo. I decessi nel 2021 sono stati 9. Pochi se paragonati a quelli degli anni ’90, quando erano mediamente 39, ma restano un numero inaccettabile. Se guardiamo alla dinamica non possiamo ignorare che in 8 casi su 9 si è trattato di tamponamenti, per lo più senza segni di frenata”. 

Insieme contro l’incidentalità

È evidente – prosegue Costa che le cause potrebbero essere diverse, per esempio un malore improvviso, ma se ognuno di noi interroga la propria coscienza ricorda perfettamente di quella o di quelle volte che se l’è vista brutta perché guardava il telefono, cercava qualche oggetto dentro l’abitacolo o semplicemente guidava pensando ad altro. Chiunque lavori nel nostro comparto lo sa bene: la prima causa di morte oggi in autostrada è il fattore umano. Ancora più in concreto: un’automobile che tampona in velocità un tir. Si tratta di una casistica che conosciamo drammaticamente bene. Torno a sottolinearlo: stiamo lavorando per digitalizzare il prima possibile la A22 e rimuovere gradualmente l’errore umano dai fattori di incidentalità. Nel frattempo, sarebbe davvero utile se le case automobilistiche introducessero di serie il rilevatore di ostacoli: basterebbe questa tecnologia relativamente semplice per abbattere drasticamente il tasso di mortalità in autostrada”.

Leggi anche: “Rotatoria autostradale digitalizzata”

 

Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter