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A lezione di storia sul Rubicone

Di qui passò Cesare, con il suo famoso dado, poi Augusto e Tiberio ci costruirono un ponte, oggi tornato agli antichi splendori

Redazione VISIONJ

Road&Leisure. Dove la strada, questa volta, è un ponte, e il diletto è immergersi nella sua storia, la cui eco, ancora oggi, ci porta a sentire nell’aria parole note? Quali? Alea iacta est.

Siamo a Savignano sul Rubicone, Forlì-Cesena, nel cuore della Romagna, a cavallo della struttura marmorea di scavalco del cesareo rio coeva al ponte romano di Rimini, cosiddetto “di Tiberio”.

Il ponte di Savignano fu fatto costruire da Augusto e portato a compimento dallo stesso Tiberio. Con il cugino riminese, ha comune il materiale (pietra di Aurisina, Trieste) e tecnica costruttiva (opus quadratum). Il famoso passaggio di Cesare – recita un pannello descrittivo – la notte del 10 gennaio 49 a.C. avvenne proprio qui, anche se al tempo doveva esserci soltanto un modesto ponte di legno.

La struttura romana, nel secoli, subì moltissime trasformazioni. A metà del 1400 i parapetti vennero persino trafugati da Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, per venire successivamente ricostruiti in laterizio. Nel 1944, poi, il ponte fu distrutto dai tedeschi e sostituito da un “Bailey” in ferro, finché all’inizio degli anni Sessante venne ricostruito, sulla base del recupero di parte dei lacerti dei conci che anticamente lo costituivano e ricorrendo a colate cementizie.

L’opera oggi è di fatto una ricostruzione, ma fatta decisamente a regola d’arte. Quell’arte delle costruzioni romane che, insieme a tante altre arti, tra cui quella della gastronomia, fa questa terra un autentico “place to visit”.

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