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TBM in viaggio tra Italia e Francia

Consegnata da Herrenknecht a TELT e imprese, sarà la prima ad attraversare il confine per scavare la parte centrale del tunnel del Moncenisio. I video

Redazione VISIONJ

Una nuova fresa per realizzare il tunnel della ferrovia Torino-Lione, è stata consegnata il 21 dicembre scorso nella fabbrica della Herrenknecht in Germania. Destinata a scavare la parte centrale del tunnel di base del Moncenisio, è la prima che attraverserà il confine tra Francia e Italia. Dotata di una testa del diametro di 10,4 m e di 14 motori capaci di generare una potenza totale di 4.900 kW, questa TBM ha un peso di 3.200 ton ed è lunga 334 m, come un grattacielo di cento piani.

É la quarta fresa consegnata delle sette che costruiranno l’opera e questa è progettata per scavare 18 km di una delle due gallerie del tunnel di base, tra la discenderia di Villarodin/Bourget-Modane, in Francia, e il sito di sicurezza sotterraneo di Clarea, in Italia. 

Alla cerimonia di ricezione erano presenti oltre al raggruppamento ELYOT, composto da Eiffage Génie civil (mandataria), Spie batignolles génie civil, Ghella e Cogéis, erano presenti anche il promotore binazionale dell’opera TELT e l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte e Marco Gabusi.

La macchina

Si tratta di una fresa “a gripper” che si appoggia direttamente sulle pareti del tunnel con le due braccia e si spinge in avanti mentre la testa, dotata di 62 cutters, ruota scavando la roccia. Il materiale di scavo viene evacuato su un nastro trasportatore che attraverso la pancia della fresa lo porta all’esterno. Mentre viene eseguito lo scavo, apparecchiature a servizio della TBM applicano il sostegno di spritz beton sulle pareti, i bulloni e le centine. Dietro di lei avanza un’altra macchina chiamata “Würm” (verme ndr), lungo 650 metri, che realizza il rivestimento di calcestruzzo definitivo del tunnel. 

La scelta di questo tipo di fresa è dovuta a diversi fattori: il tipo di geologia che caratterizza le zone di scavo, formazioni relativamente compatte, omogenee e stabili; la grande profondità delle gallerie da realizzare, con oltre 2200 metri di coperture e i fenomeni geotecnici connessi, come distacchi, “colpi di montagna”, o convergenze, la montagna cioè tende a chiudersi per la grande pressione della roccia sovrastante. Senza dimenticare le alte temperature “naturali” presenti a queste profondità, messe inevidenza con il cunicolo esplorativo della Maddalena a Chiomonte che ha permesso di dimensionare questa nuova TBM.

Questa tipologia di fresa permette quindi di applicare sia centine scorrevoli che rigide in grado di accompagnare e bloccare i potenziali movimenti del terreno ed è anche dotata di perforatrici che eseguono sondaggi in avanzamento, così da conoscere la tipologia di terreno che si incontra.

Il cantiere

Il CO5 è il cantiere del tunnel di base del Moncenisio che attraversa sottoterra il confine tra Italia e Francia. Parte dalla discenderia di Villarodin-Bourget-Modane per raggiungere, attraversando il massiccio dell’Ambin, il sito di sicurezza sotterraneo di Clarea. In contemporanea ai 18 km di tunnel per le due canne che saranno scavati da frese gemelle (cioè 36 km totali), saranno realizzati anche 7,8 km di gallerie con metodo convenzionale. 

A questi lavori si aggiungono tutte le opere connesse e necessarie alla logistica. In totale, circa 15 km di gallerie verranno quindi realizzati con il metodo tradizionale, inclusa l’area di sicurezza sotterranea di Modane. Il cantiere, che partirà al termine dei lavori per i 4 pozzi di ventilazione del tunnel in costruzione ad Avrieux, occuperà circa 1.200 persone.

Parlano i protagonisti

Le voci dei protagonisti, a partire da quella di Maurizio Bufalini, direttore generale di TELT: “Questa la prima delle due TBM che attraverseranno il confine, il simbolo più tangibile della nostra opera: una ferrovia che unirà Italia e Francia attraverso le Alpi, connettendo i nostri Paesi e l’Europa in modo più efficiente, economico e sostenibile. É la quarta fresa che riceviamo qui a Schwanau ed è sempre una grande emozione. La sua gemella sarà pronta a febbraio e poi toccherà alle due frese italiane per averne a regime sette che scaveranno per completare i 57,5 km del tunnel ferroviario più lungo al mondo”.

Infine, quella di Salah Ghozayel, direttore del progetto del CO5: “Il cantiere operativo 5 è eccezionale su più di un fronte: per le sue dimensioni, la sua logistica, la simultaneità degli scavi con metodo tradizionale e meccanizzato, così come per i mezzi tecnici e le risorse umane mobilitate, il tutto vincolato da un unico accesso, la discenderia di Villarodin-Bourget/Modane; ciò richiederà sicuramente una grande capacità di adattamento da parte del raggruppamento e di tutti i suoi attori”.

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