“On the road” o “coast to coast”, ma sempre in piena sicurezza, che negli USA, anno 1953, da tempo è assicurata da specifiche barriere…
Redazione VISIONJ
On the road nel 1953. United States of America. Ci accompagna la penna di Tullio Lo Monaco, che per la rivista leStrade del numero di gennaio dell’anno successivo (all’epoca, edizioni Touring Club Italiano: consulta l’intera raccolta digitale) magnifica un sistema viario dove l’automobilista, spesso e volentieri, incappa in “locali di sosta muniti di banchi di vendita e altri servizi per tutto quanto può occorrere a chi si trova in transito”, nonché “speciali e accoglienti ristoranti ed alberghi di autostrada, provvisti di ricoveri per le macchine”.
Se il comfort è apparecchiato, è il caso di dirlo, gli stessi standard futuristici riguardano la sicurezza, il cui grado in America “è ancor più accentuato, in determinate circostanze, dall’impiego di ogni moderno ritrovato tecnico”. Un paio di esempi: i radio collegamenti mobili a disposizione degli autotrasportatori e gli spartiflusso mobili “costituiti da speciali leggeri paletti troncoconici allineati a mano lungo il percorso”.
Poi, anzi prima di tutto, ecco i “guardrails”, le barriere di sicurezza. Quelle “cinte di guardia” che negli USA vengono impiegate “in luogo dei nostri paracarri, muretti, barriere, parapetti”.
L’autore, che dedica al tema un ampio approfondimento, ne racconta la storia, a partire dalle versioni in legno di fine Ottocento, composte da robusti rami d’albero, che “servivano per evitare l’eventuale uscita di strada delle carrozze a cavalli”, per arrivare alle grandi novità in acciaio: invenzione 1933, messa su strada (nella versione ondulata) 1939.
Gli States degli anni Cinquanta ne sono già costellati. E da noi? “È forse lontano il giorno in cui avremo la possibilità di viaggiare per le vie d’Italia con la stessa sicurezza con cui si va megli Stati Uniti ,a potremmo per quanto in ritardo cominciare a mettere i guardrails almeno lungo le curve e gli incroci che appaiono, anche al provano manifestamente più pericolosi”.