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Novant’anni di pura innovazione

Le radici a tutta R&D di Dynapac, anno di nascita 1934, tra le ragioni che spiegano gli ottimi frutti di oggi nel campo della paving technology

Redazione VISION 

Il futuro (e insieme già presente) l’abbiamo raccontato sul nostro speciale VISIONMarzo e torneremo a raccontarlo molto presto: la sua forma è quella della nuova finitrice cingolata SD2500CS PROTAC di Dynapac, una macchina in grado – in un’unica operazione – di applicare lo strato di emulsione e stendere il conglomerato bituminoso. Si tratta di un buon, anzi ottimo frutto di una vera e propria visione innovativa e insieme sostenibile, ovvero capace di connette saldamente i principi dell’evoluzione tecnologica orientata alla generazione di produttività e qualità a un concetto di sostenibilità a tutto campo. 

Quello della “PROTAC”, tuttavia, non è un caso isolato, basti pensare a quanto abbiamo visto tra il 2023 e questo 2024, dal Bauma all’Intermat, passando per Asphaltica. A Verona, per esempio, hanno fatto il loro debutto italiano le macchine del programma Z.ERA, ovvero rulli e finitrici (ma non solo) a motorizzazione elettrica. A Parigi, ecco quindi approdare i rulli tandem CX8 e CX9 dotati di Seismic Asphalt, il sistema di compattazione nato con i rulli per rilevato che consente di adattare la frequenza di vibrazione alle diverse tipologie di materiali dando vita a una serie di vantaggi, in termini di risparmio di consumi, per esempio, ma anche in qualità complessiva dell’intervento.

Radici high-tech

Finitrici multitasking, macchine stradali full electric, compattatori evoluti (in cui peraltro i nuovi sistemi cooperano perfettamente con altri già noti tra gli estimatori Dynapac, come Eco Mode o Dyn@lizer) sono “continenti” di cui abbiamo già parlato e di cui parleremo in una serie di approfondimenti dedicati al “mondo” Dynapac che VISIONproporrà sul web o sugli speciali cartacei di qui ad Asphaltica Bologna 2024 e oltre.

In questa sede ci limiteremo ad accendere un riflettore su due fattori che stanno all’origine di questa spinta innovativa. Sono lo spazio e il tempo. Il primo è quello che caratterizza la Dynapac di oggi all’interno della grande famiglia Fayat: uno spazio globale, che coinvolge ogni angolo del pianeta con una forte e radicata presenza anche in Italia, naturalmente. Il secondo è la sua storia, quella che proprio in questo 2024 ha condotto il brand a toccare il traguardo dei 90 anni.

Il pavement nel DNA

Già, 90 anni. Sempre segnati dalla ferma volontà di innovare. Tutto cominciò a Karlskrona, in Svezia, nel 1934, quando l’azienda si chiamava Vibro Betong. Nel 1947 la futura Dynapac – dal 1940 Vibro Verken – avrebbe quindi dato i natali alla prima piastra vibrante, in grado di compattare in sezione ristretta permettendo il miglioramento delle caratteristiche di addensamento e resistenza del materiale. 

Negli anni ’50 ecco il primo rullo semovente vibrante, una macchina con cui consolidò la sua leadership ed entrò a vele spiegate nell’immaginario delle costruzioni stradali. Negli stessi anni l’azienda mise radici anche in Italia, prima come Vibro Verken SpA quindi, contestualmente alla ri-denominazione del gruppo in Dynapac, nel 1973, in Dynapac SpA. Altra milestone: il decennio in Atlas Copco (2007-2017), infine l’approdo al gruppo Fayat. Filo conduttore mai interrotto tra tutte queste tappe: la visione, continua e pure, dell’innovazione nel campo della paving technology.

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