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Laboratorio di rinnovamento

Viaggio in A12 (rete ASPI) per raccontare il rinnovo strutturale dei rivestimenti della galleria Sant’Anna. Impresa esecutrice: Baraldini Quirino

Redazione VISION 

Poco più di un anno fa, sul numero speciale di VISION Giugno, pubblicavamo un articolo dal titolo “Strategia e innovazioni per gallerie più longeve” a firma di Maurizio Mazzola (ASPI), Marita Giordano (ASPI), Carlo Alessio (Tecne) e Bruno Spigarelli (Tecne), in versione digital a questo link

Il contenuto: la delineazione, in primo luogo, e contestualmente l’esemplificazione in diversi casi applicativi del programma denominato Tunnel Renewal Strategy, un “piano-ponte” dal progetto al cantiere, potremmo dire, che ha dato e sta dando piena attuazione al cosiddetto maxipiano Assessment Gallerie di Autostrade per l’Italia

Si tratta, come sanno bene gli addetti ai lavori, di un approccio al rinnovamento delle infrastrutture curato al massimo grado sia sul piano qualitativo sia su quello quantitativo, nonché eccellentemente strutturato in tutte le sue tappe, dall’analisi sullo stato dell’arte alla pianificazione degli interventi, dall’individuazione dei cosiddetti “tipologici” (innervati di innovazione) fino all’approdo al cantiere, con attenta supervisione del medesimo. 

Il piano ASPI (con Tecne), ed è una notizia facilmente verificabile visitando, come ha fatto anche chi vi scrive, diversi cantieri, sta inanellando sempre più storie manutentive di successo. Merito della “testa”, come si suol dire, ma anche delle “braccia”, ovvero il novero delle imprese partner ad alta specializzazione che stanno, insieme ad ASPI e Tecne, eseguendo le opere. Per il gruppo guidato da Roberto Tomasi la soddisfazione può considerarsi duplice: da un lato, grazie al corposo lavoro interno pluriennale sugli aspetti di pianificazione, gestione ed engineering, si procede a passo spedito verso l’estensione di 50 anni della vita utile delle più importanti strutture in sotterraneo della rete; dall’altro, sul fronte esterno, spicca il fattore “leadership” di Autostrade per l’Italia, capace di fare costantemente scuola e allo stesso tempo di mettere a disposizione del settore un laboratorio esecutivo di prim’ordine: le sue arterie autostradali.

Manutenzione sul campo

Fatta questa premessa, vogliamo qui occuparci di alcuni casi specifici di esecuzione delle manutenzioni che, a proposito di laboratorio, vanno a collocarsi in quel grande “infrastructure lab” che è oggi la Liguria e in particolare l’area di Genova. Ci troviamo, per la precisione, sull’autostrada A12 tra Genova e Sestri Levante, in carreggiata destra. Qui è stata portata a termine la prima fase di alcune importanti lavorazioni finalizzate al rinnovo strutturale dei rivestimenti definitivi delle gallerie Sant’Anna, Del Fico e San Bernardo, un intervento ASPI progettato da Tecne (progettisti gli ingegneri Andrea Poli e Bruno Spigarelli, Direttore Lavori l’ingegner Silvio Valloni) ed eseguito dall’ATI Strabag-Baraldini Quirino Costruzioni Edili-Crezza per un importo complessivo pari a circa 36 milioni di euro (per la Baraldini Quirino Direttore tecnico ing. Giuseppe Carcello, Direttore di cantiere ing. Alberto Pericoli – Sant’Anna; per Strabag Direttore tecnico ing. Andrea Raviolo, Direttore di cantiere ing. Arduino Mastroprete – Del Fico e San Bernardo; per Crezza Direttore tecnico ing. Carlo Bottà). 

Lo faremo concentrandoci su alcuni aspetti dell’esecuzione, rimandando al già citato articolo del 2023 e a molte altre fonti disponibili anche in rete, ulteriori sottolineature riguardanti l’approccio generale a lavorazioni di questo genere, che trova sempre un punto di forza, per esempio, nelle ispezioni approfondite e nelle campagne di indagini strutturali. Tra i macro-obiettivi degli interventi: ridare nuova e lunga vita ai rivestimenti, a beneficio della sicurezza complessiva delle infrastrutture, dotando anche i fornici di nuovi sistemi di impermeabilizzazione, intercettazione e raccolta delle acque di infiltrazione.

Galleria Sant’Anna

Entriamo dunque, tanto per cominciare, sotto la volta della galleria Sant’Anna, infrastruttura – il cui rinnovamento è in carico all’impresa esecutrice Baraldini Quirino Costruzioni Edili – dall’estensione pari a circa 860 m dove è stato previsto il rinnovo strutturale completo dei rivestimenti definitivi di calotta, piedritti e murette con realizzazione ex novo degli impianti di illuminazione e del pacchetto di pavimentazione, nonché, naturalmente, del sistema di impermeabilizzazione e smaltimento delle acque. 

La manutenzione straordinaria in cui, nello specifico, è stato e sarà impegnato il team della Baraldini Quirino ha come obiettivo l’eliminazione completa delle criticità superficiali, dalle lesioni alle venute d’acqua, nonché il prolungamento della vita nominale delle opere. Si procede, come spiega aVISIONJ il Direttore tecnico, ingegner Giuseppe Carcello, effettuando innanzitutto una serie di attività propedeutiche consistenti, per esempio, nei riempimenti delle cavità – previa foratura e consolidamento con VTR – con impiego di materiali idonei.

Quindi si passa alla fresatura del rivestimento tramite testate fresanti, con profondità medie di circa 35 cm, quindi alla posa del sistema di impermeabilizzazione a cura dello specialista Macko (secondo un “tipologico” già impiegato in altri contesti di tunnelling che accoppia PVC e tessuto non tessuto e si “aggrappa” al rivestimento per mezzo di un innovativo e funzionale sistema a velcro) e, infine, alla realizzazione del nuovo rivestimento definitivo.

In questa fase cruciale giocano un ruolo chiave i fattori organizzazione d’impresa, materiali e tecnologie di applicazione. Il primo è quello tipico della Baraldini Quirino, operatore storicamente “allenato” ai grandi lavori ferroviari e sempre più attivo proprio nel campo delle manutenzioni straordinarie di opere infrastrutturali (dai ponti alle gallerie). Il secondo è esemplificabile nella scelta del calcestruzzo, altamente prestazionale in classe S5 con resistenza pari a 40/50 Mpa generalmente non armato con alcune eccezioni, spiega Carcello, ovvero al bypass e agli imbocchi (12 m circa lato Genova, 14 m lato Sestri Levante). Il calcestruzzo, inoltre, è fibrorinforzato con microfibre in polipropilene e macrofibre in resine polielefiniche. In particolare, nei getti non armati sono impiegate entrambe le tipologie, mentre in quelli armati soltanto le prime. 

Cassero ad alta innovazione

Un esempio tra gli altri del terzo fattore – quello tecnologico – è dato dal cassero, un’attrezzatura dalle caratteristiche innovative. Si tratta, nel caso specifico, della cassaforma a curvatura variabile brevettata Volto abbinata al portale di movimentazione MR 4.0, entrambe soluzioni fornite da Emmerre. Cassero e portale hanno nell’adattabilità, a geometrie e sezioni, un chiaro punto di forza, risultando così riutilizzabili in diversi interventi di tunnelling. 

La struttura, inoltre, è semplice da movimentare in quanto non prevede binari ma viaggia su ruote, direttamente sul piano di calpestio. Tutte le attività, di armo, disarmo e getto, sono inoltre gestibili e controllabili da remoto, tramite una nutrita sensoristica. Il know-how tecnico della Baraldini Quirino – orientato alla gestione ottimale delle tempistiche esecutive e alla messa in campo di tutte le opportune verifiche di qualità dell’eseguito – abbinato a un’attrezzatura di ultima generazione di questo genere, ha portato all’esecuzione a regola d’arte della prima fase degli interventi

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