La progettazione integrata “made in Tecne” (Autostrade per l’Italia) al centro dell’ultimo incontro 2025 di un ciclo che ha aperto porte e varcato frontiere. Sotto il segno della sostenibilità
Redazione VISIONJ
Le radici della sostenibilità? Da queste parti sono salde e robuste, variegate e ben collegate. Hanno iniziato a crescere molto prima che la loro “pianta” trovasse una denominazione matura, sedimentata, ineccepibile: a prova di venti e tempeste. E oggi sono lì a rappresentare le fondamenta di un approccio ingegneristico sempre più diffuso e condiviso all’interno di Tecne (salita al terzo posto nella classifica Guamari 2025 relativa alle società di ingegneria) e del Gruppo Autostrade per l’Italia, di cui fa parte.
Una prova provata di questo percorso è stato, nel 2025, un itinerario culturale interno ma che allo stesso tempo ha saputo gettare una serie di “ponti” molto significativi con l’esterno, ovvero, per esempio, con alcuni poli d’eccellenza architettonica riconosciuti anche sulla scena internazionale.
L’itinerario in questione si è tradotto in quattro seminari accomunati dal titolo “Infrastrutture lineari e paesaggio”, che abbiamo in parte raccontato sia con l’aiuto degli stessi organizzatori e dell’Ufficio Stampa di Autostrade per l’Italia. Si vedano al proposito i link:
Autostrada generatrice di paesaggio (VISION Journal web)
Visione e concretezza (speciale VISION Journal Ottobre 2025)
Se i primi tre incontri del ciclo si sono concentrati su esperienze e testimonianze di prestigio esterne (AG&P marzo; Arketipos a maggio; RPBW a ottobre), il quarto – ospitato a novembre dalla sede Tecne di Milano e dal titolo “Progetto integrato o progetto ignorato? Il paesaggio come parte non accessoria” – ha passato in rassegna una serie di casi studio firmati dalla stessa Tecne, tutti contraddistinti da una “consapevolezza paesaggistica” attenta e profonda nel concepire, progettare e realizzare infrastrutture di trasporto. Il fatto che alcuni di queste stories risalgano a qualche anno addietro, molto ci dice sul valore di quelle radici sostenibili citate nell’incipit.
Impegno collettivo
Prima di spendere qualche altra parola sul tema, è doveroso citare e ringraziare gli autori di questa iniziativa, sviluppata e portata a compimento nell’ambito della Technical Authority Ambiente diretta da Sara Frisiani, e firmata dall’ufficio AUA Architettura e Paesaggio coordinato da Enrico Francesconi. Sono, oltre allo stesso Francesconi, Mara Airoldi, Lorenzo Regazzoni, Paolo Bongio, Chiara Celsa, Michele Amadori, Claudia Turano e Massimo Bogliaccino.
Di seguito vi proponiamo un digital book di VISIONJ – che ha avuto l’opportunità di presenziare ad alcuni incontri, tra cui l’ultimo di novembre – quale “piccolo” saggio, molto sintetico e concentrato sul “realizzato”, delle tante esperienze illustrate. Coltiveremo altri spunti emersi dal workshop in successive occasioni divulgative.
Identità e qualità
“Il paesaggio non è solo uno sfondo, ma è un bene culturale e collettivo che merita di essere tutelato. La sua identità e la sostenibilità delle trasformazioni dipendono da una progettazione integrata e di qualità”.
Così gli organizzatori del ciclo hanno ispirato la partecipazione al quarto e ultimo incontro, che è stata ampia e attenta, in presenza e da remoto. Sotto i riflettori, i temi chiave del valora paesaggistico delle opere, dell’incontro tra teoria e pratica, di un approccio, quello di Tecne, che si rivela sempre più integrato e che mette in primo piano la questione della responsabilità dell’impatto finale di un’infrastruttura.
Ingegneria sostenibile
I casi studio, da parte loro, hanno riguardato il potenziamento della rete (ampliamento di autostrade esistenti e nuove opere, con focus su ponti, viadotti, gallerie), i nuovi paesaggi naturali e urbani (depositi e rimodellamenti, cantieri e gallerie artificiali), gli arredi stradali (barriere acustiche e opere tecnologiche), i fabbricati al servizio dell’infrastruttura, il BIM.
Una sintesi l’ha quindi tratteggiata il curatore del ciclo, Enrico Francesconi, che ha parlato di modalità di lavoro (il “ping-pong”, come metafora dialogica per eccellenza), di linee guida architettoniche sostenute da veri e propri concept (si pensi all’eco-premiato Passante di Bologna, ma gli esempi sono plurimi) per quanto riguarda le nuove opere, ma anche dedicate alla manutenzione rigenerativa, di coinvolgimento crescente nel mondo della sostenibilità di progettazione e assessment di opere complesse quali ponti, viadotti e gallerie, del contributo di progettazione e architettura alla definizione di identità e branding di Gruppo (si pensi ai fabbricati), di direzione artistica e feedback dai sopralluoghi in cantiere.
“Sebbene operiamo in un mercato captive – ha detto infine a VISIONJ Gian Paolo Melis, CEO di Tecne – il nostro sforzo è quello di mantenere punti di contatto con l’esterno su tutte le tematiche dell’ingegneria, ma non solo. Stiamo sperimentando una modalità di formazione e divulgazione interna un po’ differente rispetto ai seminari classici chiedendo a studi e professionisti di venirci a raccontare le loro esperienze, in alcuni casi le loro ‘biografie’ professionali o addirittura progetti culturali che apparentemente non sono attinenti con le nostre attività. Per esempio l’anno scorso abbiamo invitato lo studio di Paul Mijksenaar (specializzato in wayfinding), recentemente abbiamo organizzato un seminario con l’ingegner Antonello Mezzaluna sul lateral thinking attraverso il racconto della vita di tre scienziati (Eratostene, Keplero e Newton), recentemente è venuto a visitarci il direttore della Pinacoteca di Brera, dottor Angelo Crespi”.
Cultura e persone. Infrastrutture e paesaggio. Utilità e bellezza. Un mondo di connessioni che devono nutrire la nostra quotidianità e che vogliamo e dobbiamo continuare a raccontare.
