Tutela territoriale e ambientale, innovazione e sicurezza sono i capisaldi del modello AISCAT, sempre più impegnata nella stagione PNRR
Redazione VISIONJ
Un percorso in tre tappe (tematiche e sostanziali). Uno: l’Europa, con i suoi territori. Due: l’innovazione tecnologica. Tre: la sicurezza stradale. Detto altrimenti: contesto, strumento e finalità. Non contenitori separati, ma contenuti fortemente interrelati e coesi, perché di questo stiamo parlando: di una coesione, che costruisce e vive la transizione ecologica e digitale, per definire una nuova resilienza.
Europa, nella mobilità, significa TEN-T, che in campo autostradale vuol dire essenzialmente accelerazione sui fronti della decarbonizzazione e della digitalizzazione, anche in questo caso ambiti non separabili, come già indicavano i teorici della sostenibilità nei primi anni Duemila. Con l’“antica” ecologia già messa dietro alle spalle, la neo-sostenibilità altro non poteva altro che essere (e così sarebbe stato) la sommatoria armonica di ecologia (“nuova”) e tecnologia (“continua”). Qualcosa da aggiungere? Per esempio, il “people management”, che nella cultura aziendale della strada si traduce in “fare squadra” (all’interno delle società e con tutti gli stakeholder di riferimento) e contestualmente “operare al servizio dell’utenza”.
Riepiloghiamo: l’Europa ha dunque trovato e sta trovando proprio nelle infrastrutture e nella mobilità uno straordinario veicolo di unità e crescita unitaria. Puntando su reti che dialoghino con i territori e che li servano capillarmente: dai borghi alle metropoli, dalle regioni agli Stati. Se ne occupa proprio la mobilità autostradale, migliorando gli standard di sicurezza delle proprie infrastrutture, azzerando l’impatto ambientale, implementando soluzioni tecnologiche sempre più innovative, aprendosi al confronto con altri modi – dal ferroviario al trasporto urbano – e con altri mondi: su tutti le istituzioni.
Di questo approccio e ruolo delle autostrade sono specchio due eventi, uno passato e l’altro futuro, entrambi orchestrati dall’ASECAP, l’Associazione delle autostrade europee a pedaggio. Il primo, che si è svolto dal 3 al 5 aprile a Madonna di Campiglio (Trento), è la conferenza ASECAP-AISCAT sulla sicurezza stradale dal titolo “Nuovi modelli di mobilità in Europa. La svolta tecnologica e la Vision Zero”, Main Partner Autostrada del Brennero. Il secondo, invece, saranno le prossime Giornate ASECAP, in programma a Bruxelles dal 24 al 26 novembre, con tema guida la decarbonizzazione delle infrastrutture autostradali. Un atteso ritorno, in presenza, dopo la pandemia.
Rivoluzione trasportistica
Sullo sfondo, anzi in primo piano, ci sono naturalmente il Recovery Plan in Europa e il PNRR in Italia. Temi su cui, come è noto, il nuovo board dell’AISCAT insediato nel settembre 2021 sta alacremente lavorando, consolidando intenti con gli storici partner europei e riannodando in patria un corposo filo di dialogo con il Governo Draghi nella persona, per esempio, dei Ministri Enrico Giovannini (Infrastrutture) e Daniele Franco (Economia).
AISCAT, così, può essere davvero il “luogo” dove porre a fattor comune gli obiettivi e gli strumenti per attuare in tempi rapidi quella rivoluzione della mobilità nazionale pianificata nel PNRR che le recenti innovazioni tecnologiche, unite alla ritrovata disponibilità di risorse destinate agli investimenti infrastrutturali, rendono finalmente possibili.
“In un lasso di tempo fino a ieri impensabile – ha proseguito Cattoni – siamo oggi in grado di realizzare autostrade intelligenti in grado di abbattere l’incidentalità aumentando la velocità di spostamento e la capacità della rete senza consumo di suolo, di accompagnare l’avvicendamento tra i motori endotermici e i motori elettrici, grazie alla diffusione capillare di punti di ricarica anche a induzione per veicoli a batteria e a idrogeno, e anche di cooperare con il trasporto ferroviario in modo che gomma e ferro si integrino per offrire il migliore servizio possibile”.
Investire in infrastrutture
Centrale, per AISCAT, resta poi l’effetto moltiplicatore sul PIL degli investimenti in infrastrutture, con particolare riferimento a quelle per la mobilità. “I testi di storia economica – osserva ancora Cattoni – ci ricordano come anche le autostrade abbiano rappresentato la spina dorsale del miracolo economico italiano. Oggi, alla vigilia di una stagione decisiva per il futuro del Paese, una spinta analoga può venire non solo e non tanto dallo sviluppo di nuove autostrade, ma da un’evoluzione tecnologica di quelle esistenti destinata a cambiarne il volto. I Vicepresidenti ed io salutiamo positivamente l’istituzione da parte del Ministro Giovannini della Commissione per le concessioni autostradali cui l’Associazione non farà mancare il proprio contributo, perché siamo convinti che solo dalla virtuosa collaborazione tra Stato e operatori economici possa svilupparsi rapidamente ed efficacemente quell’auspicabile svolta che il Governo ha inteso progettare con il PNRR”.
Tra gli strumenti da mettere in campo, secondo AISCAT: conferma degli ingenti investimenti in infrastrutture, stabilità degli atti convenzionali sottoscritti, semplificazione delle procedure di appalto con conseguente riduzione dell’ormai patologico ricorso al contenzioso, risoluzione dei conflitti di competenza tra istituzioni e un rinnovato e proattivo rilancio dell’iniziativa privata.