Focus ONVision Talks

Evoluzione della Torino-Milano

Passato, presente e futuro dell’A4 tra Piemonte e Lombardia, tra smart road e interventi per i territori. Ce ne parla Natalino Valter Re, DT di SATAP

Redazione VISIONJ

Proseguono le nostre videointerviste raccolte tra gli operatori del settore nel corso della recente Asphaltica 2023. Questa volta nostro ospite è l’ingegner Natalino Valter Re, direttore tecnico di SATAP (Gruppo ASTM) con cui abbiamo parlato di un’infrastruttura autostradale emblematica come l’A4 Torino-MIlano.

Ingegner Re, qual è il segno distintivo dell’autostrada Torino-Milano?

È senza dubbio il fatto di sapersi adeguare alle necessità di luoghi e territori, anche in funzione dei tempi che cambiano. È accaduto con i potenziamenti introdotti in ragione delle nuove esigenze del traffico degli anni Cinquanta e Sessanta, così come con la grande opera di riqualificazione degli anni Duemila in virtù della quale l’intera autostrada è stata completamente rinnovata per quanto attiene alle strutture: in quell’occasione ponti e cavalcavia sono stati completamente rifatti, così come ogni metro cubo di rilevato. Il risultato: poter contare, oggi, su un’infrastruttura autostradale decisamente robusta e pronta ad affrontare le sfide che ci impone il futuro.

Quali, per esempio? 

Quelle legate allo sviluppo della tecnologia e, naturalmente, al miglioramento degli standard di sostenibilità ambientale, due key-factor presenti da tempo nei nostri piani finanziari e declinati, in genere, attraverso iniziative che prevedono, prima della diffusione ad ampio spettro, specifici progetti pilota. In fatto di sostenibilità vorrei innanzitutto porre l’attenzione su un intervento peculiare legato alla raccolta delle acque di piattaforma ai fini di conservare al meglio la risorsa idrica e destinarla ad altri usi, al servizio dei territori attraversati o anche dei processi industriali del nostro gruppo. A questo proposito, proprio in questo momento stiamo completando un progetto ad hoc nel Novarese.

Questo vostro approccio “olistico” alla gestione idrica rende bene l’idea del legame esistente, o implementabile, tra infrastruttura e contesti di riferimento. E per quanto riguarda la tecnologia pura, in chiave smart road?

Anche in questo specifico ambito il nostro gruppo ha previsto investimenti importanti, nell’ordine di circa 700 milioni di euro. In questo momento è in corso un progetto pilota – opportuno, perché la tecnologia è in continuo divenire – alla base della definizione di un sistema innovativo di “dialogo” tra infrastruttura e veicolo mediante l’impiego di pali tecnologici in grado di fornire all’utenza tutte le informazioni necessarie al viaggio. Un dialogo, costante e interattivo, che diventa anche utile nella prospettiva dell’introduzione della guida connessa. Ma ci stiamo muovendo anche per quanto riguarda le pese dinamiche e, con esse, tutta la sensoristica utile a gestire e manutenere al meglio la nostra infrastruttura, pensiamo al tema del monitoraggio dei ponti e viadotti. È grazie a queste dotazioni tecnologiche che oggi possiamo impostare una vera e propria manutenzione predittiva, che si dimostra particolarmente efficace in un’infrastruttura rimessa a nuovo.

A proposito di innovazione e, ancora, sostenibilità, ad Asphaltica la Torino-Milano è tornata in auge per il tema della riqualificazione della sovrastruttura stradale, notorio punto di contatto tra l’infrastruttura e l’utenza?

Ad Asphaltica abbiamo portato ad esempio la collaborazione tra il Gruppo ASTM e Iterchimica, attivata per dare vita a un intervento di riqualificazione finalizzato ad aumentare la vita utile delle pavimentazioni che sostengono i carichi più gravosi, ovvero quelle della corsia di marcia lenta, attraverso l’impiego di grafene e plastiche dure. In questo caso, la massima attenzione va posta sull’aspetto della durabilità, che si traduce anche in maggiore sostenibilità e sicurezza, data dal fatto che i cantieri di manutenzione saranno più diradati. Anche in questo caso siamo partiti da un progetto pilota, riguardante un tratto di 2 km. I risultati sono soddisfacenti, ragion per cui chiederemo al nostro concedente di poter proseguire con questa tecnica. In aggiunta, la società di costruzione del gruppo, Itinera, sta valutando la realizzazione di un impianto all’avanguardia che tra le altre cose porterà a un riutilizzo anche del 70% di materiale fresato, a fronte dell’odierno 30%

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