PersoneSafe Vision

Connessioni di sicurezza

Focus sulla nuova safety fatta di integrazione continua tra studio e contesto, nonché cooperazione tra progetto e cantiere. La voce di SPERI alla giornata SITEB-VISIONJ

 

Redazione VISIONJ 

Esattamente un mese fa, il 18 giugno, a Bologna si è tenuto il primo SITEB Road Safety Day, un evento tecnica decisamente particolare, nonché particolarmente vissuto dai partecipanti, a cui noi di VISIONJ siamo lieti di aver collaborato, trovandovi quello spirito di focalizzazione mirata e connessione aperta e partecipata che caratterizza la nostra narrazione. 

Il main topic della sicurezza, intesa come “asset plurale” (ovvero riguardante circolazione, infrastruttura e cantieri), ben si presta, del resto, a fare da titolo e sintesi di questo approccio connettivo. Un esempio particolarmente significativo, al proposito, è arrivato da SPERI, attraverso la voce di Caterina Terenzio, ingegnere strutturista, responsabile della sede di Genova e vicedirettrice del dipartimento Infrastrutture, relatrice del panel “L’engineering della sicurezza”.

La sicurezza – è la premessa – non deve essere un addendum, bensì un fattore fondamentale di ogni progettazione, la sua anima, potremmo dire. “Progettare la sicurezza – rilevano da SPERI – significa pensare fin dall’inizio non solo a cosa fare, ma soprattutto a come farlo, lavorando fianco a fianco con chi elabora l’intervento. Le scelte progettuali, infatti, non nascono mai isolate: sono fortemente influenzate dalla reale possibilità di metterle in pratica. E per capirlo, bisogna andare sul campo, osservare, tornare anche più volte. Nessuna progettazione può dirsi completa senza un confronto diretto con l’opera e il contesto in cui si inserisce”.

La sicurezza diventa così un’occasione di “interdisciplinarietà”, di lavoro di squadra, per esempio tra progettazione delle strutture e progettazione degli itinerari viabilistici, perché al centro delle questioni ci sono la safety dei futuri utenti e, parallelamente, di chi dovrà lavorare nei cantieri e insieme di chi, accanto ai cantieri transitare: “Ogni intervento genera interferenze, deviazioni, percorsi alternativi: progettare la sicurezza significa prevedere e gestire anche queste situazioni, garantendo condizioni sicure non solo a lavori conclusi, ma anche durante tutta la loro esecuzione”.

In SPERI – ha detto Terenzio – gli specialisti dei vari aspetti della sicurezza lavorano fianco a fianco, o in certi casi anche usando la medesima scrivania. Ci interfacciamo costantemente. Le distinte attività progettuali devono essere sempre armonizzate, perché gli obiettivi sono univoci e tutti fondamentali”.

Safety sul campo

Gettare ponti, dunque, metaforicamente parlando tra i diversi aspetti della progettazione della sicurezza. Un approccio da considerare, come accade in SPERI, prioritario. Un altro ponte di grande importanza che da questi parti si cura con particolare dedizione è quindi quello tra progettazione ed esecuzione.

Il fatto di occuparci sia di progettazione sia di direzione lavori – notano da SPERI – ci consente di vedere come la sicurezza, in cantiere, sia qualcosa di dinamico: le condizioni cambiano, emergono imprevisti, servono modifiche (anche importanti) per adeguare quanto previsto a una realtà che evolve. Saper gestire questa complessità richiede flessibilità, adattabilità, ingegnosità e responsabilità. La sicurezza non è una regola da applicare, ma un equilibrio da costruire”.

La sicurezza sta anche nel dettaglio, dunque. In quel particolare da curare esattamente come l’“universale”. Nello spazio e nel tempo, entrambi fattori chiave da organizzare e, se occorre, ri-organizzare.  Farlo in squadra può fare davvero la differenza.

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