Focus ONGreen Vision

Tecnologia circolare

Coniugare sostenibilità e durabilità delle pavimentazioni. Obiettivo di settore messo in luce in un workshop del progetto Life Silent. Con l’apporto, tra gli altri, di Valli Zabban

Redazione VISIONJ

L’anno I della sostenibilità stradale normata, considerando Anno Zero il recente 2024 (Decreto CAM Strade), ha radici temporali profonde e alcune caratteristiche evolutive che fanno ben sperare. Tra queste la collegialità, ovvero il lavoro di squadra, e la connettività. Ossia la capacità di fare rete con altri strumenti normativi “epocali” per permeare il più possibile le pratiche di settore di una nuova cultura green. Nel dicembre scorso ha sottolineato questi e altri concetti, nel corso di un’importante iniziativa di cui tra breve diremo, Sergio Saporetti, Direzione Sostenibilità dei Prodotti e dei Consumi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

Le radici dei CAM Strade sono, per esempio, il primo libro verde della Commissione europea sul green procurement (1996), il primo Piano d’azione nazionale GPP (2008), quindi il percorso che ha condotto ai Criteri Ambientali Minimi, Edilizia (2022) e Strade (2024). I CAM stradali sono entrati in vigore il 21 dicembre 2024 e costituiscono un obbligo di legge per quanto attiene al raggiungimento degli obiettivi che vanno a definire: essenzialmente ambientali. 

La citata collegialità deriva dal fatto che sono il frutto di un lungo confronto tra numerosi stakeholder (università, stazioni appaltanti, progettisti, laboratori, etc.). La connettività, invece, è così spiegata: i CAM – resi peraltro vincolanti dall’articolo 57, comma 2, del Decreto Legislativo 31/3/2023, n. 36 – rispondono pienamente anche ai dettami del principio DNSH (“Do No Significant Harm”: investire senza pregiudicare le risorse ambientali), nonché allo spirito PNRR. Lo sforzo collettivo diviene ora il seguente: far sì che le best practice CAM diventino “naturali”, ovvero cultura radicata diffusa, e diano frutto su un terreno che – va ammesso – allo stato attuale delle cose non si presenta sempre così ben arato.

Gomma e asfalto

Una buona notizia è data dal fatto che il dialogo tra gli attori della filiera prosegue, anzi si intensifica, a vantaggio di quella “tecnologia circolare” quale benvenuta integrazione del noto concetto di “economia circolare”. L’ultimo esempio del 2024 ci riporta al workshop (visita tecnica e convegno con tavola rotonda) dal titolo “Miscele di gomma e asfalto tra mito e realtà. Come superare gli ostacoli” che si è svolto a Roma il 4 e 5 dicembre sotto l’egida del progetto europeo Life Silent coordinato da Anas, Gruppo FS Italiane, con Re-plan City Life (coordinato da Etra – European Tyre Recycling Association). Entrambi i progetti mirano ad ampliare il ricorso a materiali riciclati provenienti dagli pneumatici fuori uso (PFU) per migliorare prestazioni e sostenibilità delle infrastrutture stradali e ferroviarie.

I goal di Life Silent nel dettaglio: incrementare la durabilità delle pavimentazioni antirumore per abbatterne il costo; migliorare le prestazioni acustiche, strutturali e di sicurezza delle barriere basse; definire le procedure per gestire e implementare misure di mitigazione sonora in scenari ambientali complessi.

A proposito di CAM Strade e dei fattori-chiave connessi – sostenibilità, ciclo di vita, durabilità, cultura progettuale specifica – hanno destato interesse alcuni spunti emersi nel corso sia del convegno sia della tavola rotonda, esempio di dialogo cooperativo tra gli attori. Tra i partecipanti, istituzioni, gestori, road designer e produttori che da anni sviluppano e mettono in opera tecnologie pro-ambiente. Tra questi, Valli Zabban, azienda guidata dal CEO Andrea Lazzarotto e rappresentata a Roma dal suo direttore tecnico Divisione Tecnologie Stradali, Massimo Paolini: “La ricerca – ha detto – ha dimostrato che inserendo polverino da PFU nei mix bituminosi e aumentando il contenuto di bitume si abbattono le emissioni acustiche. Un nodo, tuttavia, resta quello dei costi, poiché queste pavimentazioni risultano ideali sulle reti urbane gestite da PA che, per ragioni di bilancio, sono portate a prediligere i sistemi tradizionali. I CAM Strade, in particolare attraverso i criteri premianti, daranno impulso a queste innovazioni. Così come l’evoluzione tecnologica grazie alla quale è stato risolto, per esempio, il problema delle emissioni odorigene. Ma per diffonderle al massimo serve ancora un ulteriore sforzo di sistema”.  

Come superare, dunque, le resistenze del mercato, andando anche oltre i pur già confortanti nuovi criteri normativi, e aumentare la scala di diffusione dell’innovazione? È fondamentale – è emerso dalla due giorni Life Silent – evidenziare i benefici estesi che l’introduzione del PFU nei CB apporta, come la maggiore durabilità e le prestazioni superiori. Nonché accompagnare i CAM con iniziative promananti dal settore pubblico a supporto degli operatori privati (incentivi fiscali, interventi educativi – pensiamo alla formazione dei progettisti – misure sociali), oppure a cura delle stesse imprese (processi di certificazione, filiera green capace di attivare nuove economie di scala, etc.). 

Pavimentazione realizzata con impiego di polverino da PFU e Drenoval Rubber Valli Zabban

Maturità produttiva

Tra gli aspetti positivi emersi dal workshop vi è di certo la raggiunta maturità tecnologica del settore. Come prova proprio il caso di Valli Zabban, che da anni ha in gamma soluzioni che aumentano l’efficienza funzionale e la durata delle pavimentazioni, riducono le temperature di posa degli strati in conglomerato bituminoso, favoriscono il riutilizzo del CB di recupero e, per l’appunto, minimizzano le emissioni sonore dei manti. 

Drenoval Rubber

Un esempio di quest’ultimo caso è Drenoval Rubber, speciale PmB (bitume modificato) studiato per lavorare in sinergia con il polverino di gomma da PFU, aggiunto nel mescolatore dell’impianto (CB con tecnologia “dry Italia”). Tra i benefici: recupero del PFU, assenza delle emissioni odorigene in produzione, trasporto e stesa, prestazioni e durabilità, minimizzazione della manutenzione. Oltre che riduzione dell’inquinamento acustico.

Risultati di studi condotti e casi applicativi – spiega ancora Paolini – hanno evidenziato che la combinazione Drenoval Rubber-polverino incrementa le prestazioni del conglomerato bituminoso in termini di resistenza alla fessurazione termica a basse temperature, accumulo di deformazioni permanenti e resistenza alla rottura, ritardando la formazione del danno irreversibile a valori di deformazione ultima nettamente superiori”.

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