Focus ONGreen Vision

Rinnovamento aeroportuale

Apre il “Costa d’Amalfi di Salerno, con le infrastrutture di volo completamente riqualificate da GESAC. Focus su pavimentazioni e bitumi

Redazione VISIONJ

Domani, 11 luglio 2024, si torna a decollare da Saler­no, origine e destinazione di “Ita­lian Beauty” quanto a paesaggio e ospitalità. Ovvero da un aeropor­to completamente rinnovato nelle sue infrastrutture di volo. Tutto secondo i piani di ENAC e di GE­SAC, la società di gestione del si­stema aeroportuale campano, dal­lo scalo di Napoli Capodichino al nuovissimo “Salerno-Costa d’A­malfi”. 

I primi vettori che hanno annunciato le nozze con l’aeropor­to erano stati Volotea ed EasyJet nel febbraio scorso (a seguire Rya­nair). Circa un anno dopo, la com­pleta ri-pavimentazione della pi­sta, da portare a oltre 2 km di estensione, nonché delle altre aree sottoposte a restyling, era in via di finalizzazione. Grazie a un intervento figlio delle procedure rigorosissime tipiche delle riquali­ficazioni aeroportuali, caratteriz­zate dalla massima qualità tecnica – funzionale alla massima sicurez­za del costruito e della circolazio­ne – e dall’insuperabile “puntualità esecutiva”. 

Il prolungamento (con rinnovamento) della pista di Saler­no ha fatto parte della cosiddetta Fase 1 dell’ammodernamento ge­nerale del sito, che comprenderà, in una successiva Fase 2, anche un nuovo e avveniristico Terminal Passeggeri, già progettato. La rea­lizzazione della pista, dotata di moderni ed efficaci impianti di se­gnalazione luminosa, è stata di fat­to ultimata nel febbraio scorso. Tra le attività di Fase 2 previste nel 2025 – rilevano da GESAC – ri­entrano quindi la realizzazione della citata aerostazione, di aree di parcheggio e itinerari di acces­so allo scalo, nonché il prolunga­mento della pista di ulteriori 200 m. 

La progettazione del nuovo Ter­minal passeggeri è stata aggiudica­ta a un raggruppamento di imprese capitanato dalla multinazionale Deerns, insieme a Atelier(s) Alfonso Femia, Od’A Officina d’architettura, Planeground, Techproject, Sun Flower Engineering, che si è occupata, tra gli altri, anche del potenziamento degli aeroporti di Amsterdam Schi­phol, Abu Dhabi e Kuwait City”. Il nuovo Terminal salernitano, con­cepito come un esempio di archi­tettura eco-sostenibile, sarà an­che dotato di un impianto fotovoltaico per la riduzione delle emissioni di CO2. 

Nuova pavimentazione

Dal futuro – già “in pista” – ancora al presente. Per raccontare alcune peculiarità della nuova pavimen­tazione, punto di contatto tra in­frastruttura e aeromobili, parte oltremodo significativa degli in­terventi di Fase 1 eseguiti dall’ATI De Sanctis CostruzioniEdil Mo­ter-Gruppo SFE. 

Per realizzarla al meglio, è scesa in campo, a sup­porto degli esecutori, un’ulteriore squadra di specialisti, composta, tra gli altri, da Italsud, Gruppo Marinelli (produttore dei conglomerati bituminosi), Valli Zabban (bitumi modificati) e Pavenco – Pavement Enginee­ring Consulting (progetto esecutivo di varian­te). L’apporto specialistico di quest’ultima, in particolare – una volta approfondita la conoscenza del pacchetto della pista esistente sia dal punto di vista compositivo, sia di capacità portante, a scavi avviati – ha consentito di valu­tare, nell’ottica di una riduzione degli impatti ambientali, che per determinate tratte alcuni strati potessero essere mantenuti come sottofondazione, evitandone la rimozione.

Per garantire il nuovo bilancio di materie, il pacchetto di pavimentazione originario – spiegano da Pavenco Pavement Engineering – è stato mo­dificato introducendo, al posto del misto bitumato, uno strato formato da una miscela di fresato e misto granulare, vergine o in alternativa di recupero dagli scavi, stabilizzato in sito con cemento, mantenendo inal­terati gli spessori (15 e 20 cm)”. 

In generale, ogni aspetto dell’in­tervento è stato minuziosamente progettato ed eseguito a regola d’arte, impiegando le tecnologie più avanzate disponibili sia in fase di produzione, sia di messa in ope­ra. Gli aspetti organizzativi, per esempio connessi ai tempi neces­sariamente stretti intercorrenti tra produzione e posa, sono stati curati al massimo. La rego­larità planimetrica della pavimen­tazione è stata quindi assicurata anche attraverso l’adozione della tecnica delle finitrici operanti in parallelo, tipica nei contesti ae­roportuali, che hanno portato alla realizzazione dei cosiddetti “giunti a caldo”. Uno dei molteplici particolari che, in questi casi, fan­no qualità. 

Ringraziamo Flavia Scandone, Re­sponsabile Corporate Communi­cations & Media di GESAC, e Fabio Picariello, CEO di Pavenco – Pavement Engineering Consulting per il materiale informativo, documentale e fotografico messo a disposizione. 

Stratigrafia della pavimentazione della fascia centrale e delle fasce laterali

Bitume modificato per aeroporti (e circuiti)

Se perizia progettuale e tecniche esecutive hanno giocato un ruolo determinante per raggiungere l’o­biettivo della qualità finale del pro­dotto “pavimentazione”, un compi­to altrettanto importante è stato quello assolto dai materiali, tra cui i bitumi modificati hard, ovvero il cuore tecnologico dei conglomera­ti bituminosi impiegati per la realiz­zazione degli strati di base, binder e usura (rispettivamente 14, 6 e 5 cm per la fascia centrale della pista, quella “frequentata” dagli aeromo­bili, e 14, 6 e 4 cm per le due fasce laterali). Nel caso specifico, la scel­ta è caduta su una tecnologia svi­luppata da Valli Zabban apposita­mente per i contesti aeroportuali, ovvero per quelle pavimentazioni che, a differenza delle reti viarie soggette a carichi veicolari continui e dalle determinate caratteri­stiche di peso, sono sottoposte ai carichi importanti degli aeromobili e, per questo, devono essere caratterizzate da adeguata portanza, ma allo stesso tempo costituite da un materiale di facile lavorabilità/compattabilità: due obiettivi spes­so difficili da raggiungere conte­stualmente. 

Il principio tale per cui con l’impiego di un tradizionale legante modificato hard sia possibile migliorare le pre­stazioni di qualsiasi tipologia pavi­mentazioni – spiega a VISIONJ Massimo Paolini, direttore tecnico Divisione Tecnologie Stradali dell’a­zienda guidata dal CEO Andrea Lazzarottorisulta ormai superato, in ragione dell’evoluzione tecnologica che contraddistingue il nostro settore. In particolare, l’adozione di nuove ti­pologie di polimeri, che possono esse­re utilizzati per modificare la reologia del legante bituminoso in funzione dei carichi a cui sarà soggetta la pavi­mentazione, permette di incrementare in modo significativo la vita utile (per l’appunto) della stessa”. 

Seguendo questa impostazione, il laboratorio di Valli Zabban ha formulato e svi­luppato una nuova linea di bitumi modificati ad alta lavorabilità per la produzione di conglomerati ad alto modulo complesso, specifici per pa­vimentazioni aeroportuali, ma an­che circuiti automobilistici: la nuova linea Drenoval FG (la sigla è un omaggio alla memoria del funzionario tecnico-commerciale di Valli Zabban, Fausto Gambuti,  recentemente scomparso), che si compone di tre bitumi modificati (Drenoval FGA per pavimentazioni aeropor­tuali, Drenoval FGC per Circuiti Automobilistici e Drenoval FGK per Kartodromi). 

Drenoval FGA è stata, per l’appunto, la soluzione adottata nei conglomerati bituminosi delle nuove pavimentazioni dell’aeropor­to di Salerno-Costa d’Amalfi, andan­do a costituire uno dei numerosi aspetti di innovazione che caratte­rizzano la nuova infrastruttura di volo, oggi nuova porta aperta (e si­cura) sul nostro bellissimo Sud. 

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