Progettare infrastrutture sostenibili e permeate di innovazione: approfondiamo l’approccio di SPERI in armonia con gli Obiettivi dell’Agenda 2030
di DANIELE DI CAGNO | SPERI
ANIELLO DE PRISCO | SPERI
Le infrastrutture, tessuti connettivi fondamentali per la crescita economica e lo sviluppo delle società moderne, si trovano oggi davanti a nuove sfide, tra cui l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione delle emissioni e la creazione di spazi urbani inclusivi. In tre parole chiave: resilienza, sostenibilità e vivibilità.
Poiché la funzione profonda e naturale, potremmo dire, delle infrastrutture è quella di connettere, perché questa trovi la sua migliore espressione nel contesto che abbiamo appena delineato è essenziale operare articolando un approccio metodologico da un lato fondato su una visione d’insieme, di sistema e a lungo termine, e dall’altro su pratiche di lavoro che sappiano dare concretezza – anche in quanto esse stesse votate alla connessione – a questa filosofia.
Una mappa da seguire, in tal senso, è quella tracciata dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’ONU, texture globale che sa illuminare proprio la vocazione di raccordo con altri mondi (a partire dall’industria per arrivare alle città) propria delle infrastrutture.
SPERI, società leader nel campo della progettazione e nel recupero di opere infrastrutturali, nonché attiva negli ambiti del building e dell’urbanistica, ha elaborato e adotta una metodologia ispirata, nei suoi principi filosofici, proprio ai principi dell’Agenda 2030, che si traduce in una pratica progettuale incentrata sulla sostenibilità, obiettivo da raggiungere anche e soprattutto attraverso l’innovazione.
Innanzitutto, il ciclo di vita
Definita la cornice introduttiva, proseguiamo entrando nel vivo di alcuni aspetti di questa metodologia. Va detto, innanzitutto, che SPERI adotta un approccio Life Cycle Assessment (LCA) per ogni progetto elaborato, considerandone l’impatto complessivo su ambiente, economia e società. Questo metodo consente di valutare ogni fase del ciclo di vita dell’infrastruttura – dalla costruzione alla manutenzione, fino alla dismissione o recupero – in modo tale da minimizzare l’impronta ecologica e le emissioni di carbonio. È importante sottolineare che l’integrazione del “fattore sostenibilità” non si limita al progetto finale, ma riguarda ogni processo, garantendo la riduzione di rifiuti e risorse utilizzate in linea con l’Obiettivo 12 “Consumo e produzione responsabili”.
Tecnologie e materiali
SPERI promuove l’impiego di tecnologie avanzate come il Building Information Modeling (BIM), che consente una progettazione sempre più efficiente e sostenibile. L’approccio BIM facilita la modellazione 3D e la simulazione del ciclo di vita dell’infrastruttura, riducendo sprechi e prevedendo criticità. Oltre alle tecnologie, un altro pilastro della metodologia SPERI è l’impiego di materiali sostenibili: nella progettazione vengono privilegiati materiali locali a basso impatto, scelta che consente di promuovere l’economia circolare e ridurre le emissioni connesse a produzione e trasporto di materie prime. Questo approccio supporta l’Obiettivo 9 “Industria, innovazione e infrastrutture”.
Rigenerazione e resilienza
La progettazione infrastrutturale non può prescindere dalla rigenerazione urbana e dalla resilienza. SPERI si impegna costantemente nel recuperare infrastrutture esistenti e svilupparne di nuove che siano in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e mitigare i rischi derivanti da eventi estremi, come alluvioni o terremoti. La creazione di infrastrutture resilienti è strettamente legata all’Obiettivo 11 “Città e comunità sostenibili”, poiché mira a migliorare la vivibilità degli spazi urbani, aumentare la connettività e promuovere l’inclusione sociale. Ogni progetto di rigenerazione diventa quindi un’opportunità per favorire il benessere collettivo, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità della vita nelle città
Eco-standard internazionali
L’impegno di SPERI per la sostenibilità è confermato dall’adesione a certificazioni ambientali riconosciute a livello internazionale, come quelle del Green Building Council Italia, o Envision. Queste certificazioni aiutano SPERI a monitorare e migliorare continuamente le prestazioni ambientali dei propri progetti, garantendo che le infrastrutture rispettino standard elevati di sostenibilità. L’adozione di tali pratiche è in linea con l’Obiettivo 13 “Azione per il clima”, poiché consente di ridurre l’impatto delle infrastrutture e favorire lo sviluppo di opere più sostenibili e a basse emissioni.
Collaborazione e trasparenza
Uno degli elementi distintivi dell’approccio di SPERI è la governance trasparente e inclusiva. La partecipazione attiva di tutti gli stakeholder – dalle comunità locali agli investitori – è centrale in ogni fase progettuale, questo per garantire che gli interessi di tutte le parti siano rispettati e che i progetti si allineino con le esigenze sociali e ambientali. Questo modello partecipativo si rifà all’Obiettivo 17 “Partnership per gli obiettivi”, che sottolinea l’importanza della cooperazione tra diversi attori per raggiungere obiettivi comuni di sostenibilità e sviluppo.
Infine, la qualità diffusa
L’approccio di SPERI alla progettazione infrastrutturale è olistico e dunque incentrato sulla sostenibilità. Utilizzando metodologie innovative come l’analisi del ciclo di vita e il BIM e promuovendo l’uso di materiali sostenibili, SPERI contribuisce così attivamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. I progetti di SPERI non solo riducono l’impatto ambientale, ma migliorano anche la qualità della vita nelle aree urbane promuovendo una maggiore connettività e inclusione sociale. L’adozione di certificazioni internazionali e la collaborazione trasparente con gli stakeholder garantiscono che ogni progetto venga realizzato in modo responsabile, contribuendo alla costruzione di un futuro più sostenibile e resiliente.
Sostenibilità ambientale applicata
Progetto di demolizione e ricostruzione di un viadotto autostradale
La Relazione di Sostenibilità Ambientale, per esempio nell’ambito di un progetto di demolizione e ricostruzione di un viadotto autostradale, fornisce un’analisi dettagliata su impatto ambientale e strategie adottate per ridurre l’impatto del progetto stesso. La Relazione si concentra su diversi aspetti chiave, tra cui l’approccio Life Cycle Assessment (LCA), il calcolo della Carbon Footprint, l’impiego di materiali sostenibili di tecnologie innovative. Inoltre, vengono considerate le modalità di riduzione degli impatti ambientali durante la fase di costruzione e le misure di tutela dei lavoratori. Sintetizziamone i 10 punti salienti.
1. Life Cycle Assessment (LCA). L’analisi LCA considera l’intero ciclo di vita del viadotto, dalla produzione dei materiali alla demolizione, valutando l’impatto in termini di energia e risorse utilizzate. Le fasi più impattanti sono quelle della costruzione, con un’attenzione particolare all’uso di materiali locali e riciclabili.
2. Carbon Footprint. Il calcolo della Carbon Footprint segue le norme UNI e ISO, e prevede due scenari di gestione dei materiali: uno senza riutilizzo e uno con riutilizzo, con il secondo che consente un risparmio significativo di emissioni di CO2 (52.017 kg CO2).
3. Impatto paesaggistico-ambientale. La ricostruzione del viadotto in un’area già antropizzata riduce al minimo l’impatto sull’ambiente circostante, rendendo l’opera compatibile con il contesto preesistente.
4. Modalità di trasporto e gestione sostenibile dei materiali. La gestione del trasporto dei materiali si basa su criteri di ottimizzazione dei percorsi e riduzione delle emissioni, adottando una logica di economia circolare che valorizza il riuso dei materiali da scavo.
5. Tutela del lavoro dignitoso. Viene assicurato il rispetto dei diritti dei lavoratori, inclusa l’osservanza dei contratti collettivi, le misure di sicurezza, e la responsabilità solidale in caso di inadempienze da parte dei subappaltatori.
6. Tecnologie innovative. L’utilizzo di sistemi sensoristici e strumenti di monitoraggio digitale aiuterà a ridurre gli interventi di manutenzione e prolungare la vita delle infrastrutture, migliorando l’efficienza e la sicurezza.
7. Impatti ambientali. Vengono analizzati gli impatti ambientali derivanti dall’inquinamento atmosferico, acustico, e dal consumo di risorse. Le misure proposte per minimizzarli includono la gestione attenta delle risorse idriche, l’uso di tecnologie eco-compatibili e la riduzione del rumore.
8. Criteri Ambientali Minimi (CAM). Il progetto rispetta i CAM, includendo pratiche come la demolizione selettiva per favorire il riciclaggio e l’uso efficiente delle risorse. L’obiettivo è che almeno il 70% dei materiali edilizi possa essere recuperato.
9. Resilienza ai cambiamenti climatici. L’opera sarà progettata per adattarsi ai cambiamenti climatici, con l’integrazione di soluzioni tecnologiche resilienti, e sarà sostenuta da politiche di adattamento per ridurre gli impatti socio-economici degli eventi climatici estremi.
10. Sviluppo sostenibile. Il progetto si allinea agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, promuovendo una transizione ecologica inclusiva e resiliente, che contribuisce allo sviluppo sostenibile del territorio e alla mitigazione degli impatti ambientali e sociali.
Esempio operativo
Valutazione dell’impatto del cantiere sull’ambiente
Inquinamento atmosferico. La fase esecutiva prevederà lavorazioni da svolgere riducendo al massimo le emissioni in atmosfera mediante: impiego di mezzi e macchinari d’opera conformi ai più recenti standard; limitazione della velocità massima sulle piste di cantiere a 30 km/h; copertura degli inerti trasportati sui mezzi di cantiere mediante teli; copertura dei cumuli di materiale con teli; dotazione presso i punti di ingresso dei veicoli alla viabilità asfaltata di idoneo sistema di bagnatura delle ruote; predisposizione di un idoneo piano di bagnatura delle piste di cantiere in cui siano esplicitate le frequenze di intervento in funzione delle condizioni meteoclimatiche.
Materie prime ed energia. Si prevederà: utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale; recupero dell’acqua piovana per le lavorazioni di cantiere tramite vasche di raccolta.
Inquinamento acustico. Si prevede l’impiego di barriere acustiche e lo sfasamento di altre lavorazioni al fine di contenere i livelli di rumore previsti dalla normativa vigente.
Risorse idriche. Corretta gestione delle acque di cantiere tramite: monitoraggio, controllo degli sversamenti accidentali da mezzi e macchinari; evitare dispersione di miscele cementizie e additivi, mediante intubamento e isolamento del cavo e allestimento di idonei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque e dei fluidi di lavorazione.
Suolo e sottosuolo. Le attività dovranno prevedere il corretto smaltimento di oli lubrificanti ed essere eseguite sempre su superfici pavimentate, nonché impermeabili, al fine di scongiurare il rilascio accidentale di materiali inquinanti nel sottosuolo.
Vegetazione. Interventi e azioni di mitigazione in fase di cantiere: prescrivere e delimitare l’area di rispetto della pianta; prevedere una circonferenza di rispetto nel caso di abbassamento o innalzamento quota terreno; prevedere uso copertura con lastre di acciaio per distribuire il peso; prevedere l’utilizzo di aree specifiche per il lavaggio delle betoniere, la raccolta dei rifiuti e degli olii; delimitare la viabilità di cantiere.
Prevedere il ripristino della permeabilità dei suoli con lavorazioni profonde e drenaggi; intervenire con potature di contenimento della chioma, se interferente, secondo tecniche di potatura corrette; bagnare le chiome degli alberi e il terreno in prossimità degli stessi; prevedere la semina di prato rustico; prevedere opere di regimazione delle acque meteoriche; prevedere l’uso di passerelle e pedane; prevedere le protezioni per il fusto.
Fauna. Interventi e azioni di mitigazione in fase di cantiere: utilizzare macchine d’opera secondo gli standard di sicurezza nei luoghi di lavoro e a minor impatto acustico; evitare, laddove possibile, le lavorazioni simultanee maggiormente rumorose; prevedere manutenzioni sulle macchine d’opera, svolte in un’area del cantiere adeguatamente adibita. In caso di incidente, si interverrà per impedire una propagazione dei materiali inquinanti anche attraverso l’asportazione di porzioni di suolo che verranno successivamente conferiti in discarica autorizzata.
Per permettere la mobilità della fauna terrestre di piccola taglia e limitare l’ostacolo agli spostamenti determinato dalla presenza della rete perimetrale, la stessa sarà rialzata di almeno 20 cm da terra; formazione del personale per gestire eventuali situazioni di conflitto tra fauna e cantiere.
Per limitare l’inquinamento luminoso a carico, in particolare, dei mammiferi (per esempio chirotteri) che svolgono la loro attività trofica nelle ore notturne o all’imbrunire, saranno utilizzati LED con una temperatura di colore fino a 3000° K e possibilmente color ambra, meno impattante sull’ecosistema, privilegiando un sistema di illuminazione dall’alto verso il basso; per contribuire concretamente all’aumento del numero di cavità che possono essere utilizzate come tane dai chirotteri, saranno installate 20 “bat box” sugli alberi e sulle nuove pile del viadotto, collocate ad almeno 4 m dal terreno, al sicuro da predatori, in luoghi riparati dalle intemperie e lontane da fonti di luce, senza ostacoli nella zona d’ingresso.
Gli autori
Daniele Di Cagno, laureato in Ingegneria Civile, è in SPERI da circa 8 anni. Attualmente ricopre il ruolo di vice-direttore del Dipartimento Ponti e Viadotti. Ha svolto verifiche di vulnerabilità sismica di strutture esistenti e partecipa, in qualità di ispettore di cantiere, a diverse commesse seguite dalla società. L’ingegner Di Cagno coordina le attività di Due Diligence Ispezioni, Verifiche Sismiche e, come capo progetto, la progettazione degli interventi di sostituzione, rinforzo e ripristino strutturale delle opere d’arte che SPERI sta effettuando per Autostrade per l’Italia.