Riaperta la Strada della Forra, magico itinerario gardesano dove ancora campeggiano speciali barriere in legno-acciaio, con omologazione numero 1…
di FABRIZIO APOSTOLO
Storie di strade, storie di sicurezza. Il 26 maggio scorso, per la gioia dei motociclisti, è stata riaperta al traffico dalla Provincia di Brescia la SP 38, ovvero la mitica “Strada della Forra”, costruita all’inizio del XX Secolo su progetto dell’ingegnere e geologo Arturo Cozzeglio e diventata nel tempo itinerario fantastico, immerso nella magia del lago di Garda (il Comune il cui cuore raggiunge è quello di Tremosine sul Garda).
La strada, chiusa dal dicembre 2020 a causa di uno smottamento, dopo una serie di interventi di messa in sicurezza è tornata percorribile, con limitazioni, per l’appunto da questa primavera.
Tutela e paesaggio
Questa la storia, recente, della strada, un nastro che passa in pochi chilometri da 65 a 600 m di altitudine disegnando il proprio percorso dentro un panorama mozzafiato.
Quella della sicurezza ci riporta invece alle vicende di una barriera speciale, in legno e acciaio, una barriera “firmata” da un pioniere dell’innovazione stradale come Giulio Uberti, fondatore di SCT, la cui eredità tecnica ha trasmigrato, per evolversi nel rispetto della tradizione, dentro VITA International, azienda guidata da Irina Mella Burlacu.
La barriera, che campeggia ancora sul bellissimo tracciato, dopo tutti gli iter del caso ha ottenuto l’omologazione ai sensi del DM 15/10/96 in data 23 dicembre 1998, avendo superato il rigoroso processo di verifica e prescrizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Era (ed è) una barriera concepita per proteggere e allo stesso tempo armonizzarsi con l’ambiente, nel nostro caso del tutto peculiare. Un modello bordo laterale a doppia onda “in legno con l’anima in acciaio” come si legge nel certificato di omologazione firmato dall’allora capo dell’Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale, Pasquale Cialdini.
Una curiosità: il certificato reca la dicitura “Omologazione N. 1”. Lo stesso firmatario, ingegner Cialdini, che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci spiega che si è trattato del primo atto normativo in materia di verifica della sicurezza stradale che veniva firmato non più direttamente dal Ministro, ma dall’alto dirigente tecnico.
Tempi che cambiano. Innovazione (nella tradizione) anche qui.