Con le due stazioni di rifornimento H2 di Carugate, prende corpo il progetto di sostenibilità di Milano Serravalle. Un volano tech-green per tutta la filiera
di FABRIZIO APOSTOLO
La prima pietra (altamente tech) di un mercato che ancora non c’è, ma che molti segnali vedono come prossimo venturo. Un crocevia di green mobility, nel cuore d’Europa, che rende una visione imprenditoriale e infrastrutturale un atto concreto. Un progetto, messo a terra, che si inserisce in un quadro più ampio, dove il concetto di mobilità sostenibile integrata abbraccia strade e ferrovie, treni e autoveicoli. Il 30 giugno scorso, abbiamo vissuto quella che è stata molto di più di un’inaugurazione: il varo della prima stazione di rifornimento a idrogeno di Lombardia, area di servizio di Carugate Est, Tangenziale Est di Milano, rete gestita da Milano Serravalle-Milano Tangenziali.
L’impianto è il primo di cinque siti che saranno realizzati entro l’anno. A Carugate Ovest, la stazione è stata completata il 15 settembre. Gli altri siti sono: Rho, Tangenziale Ovest, e Tortona (due stazioni sull’A7 Milano-Genova).
Il frame in cui sorge è il progetto SerrH2valle, che si affianca all’iniziativa H2iseO della capogruppo FNM Group incentrata sulla realizzazione, in Valcamonica, di una vera e propria Hydrogen Valley che entro il primo semestre 2026 consentirà l’avvio del primo servizio commerciale di treni a idrogeno in Italia. L’intero progetto prevede un investimento di 55,4 milioni di euro (PNRR e programma comunitario CEF Transport Alternative Fuels Infrastructure Facility – AFIF).
Tornando al trasporto su strada, forniamo innanzitutto alcuni dati sul settore. L’Hydrogen Europe Secretariat calcola nella misura di 5.939 i mezzi a idrogeno immatricolati in Europa nel 2023 (triplicati rispetto al 2019): 83% auto (4.929), 10% bus (595), 2% truck (118), 5% veicoli commerciali (297). La Germania risulta il Paese con maggior numero di immatricolazioni: 2.122 auto, 149 bus, 30 truck, 16 veicoli commerciali. H2IT, Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, stima che nel 2050 in Italia si muoveranno su strada circa 8,5 milioni di veicoli leggeri H2, circa il 20% del parco circolante, collocando a quota 49.000 i mezzi pesanti.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, nella sua Strategia Nazionale Idrogeno del novembre 2020, prevede che il consumo di idrogeno a basse emissioni di carbonio consentirà una riduzione delle emissioni di CO2 equivalenti fino a circa 8 milioni di ton nel 2030. Il PIL sarà stimolato con un impatto stimato fino a circa 27 miliardi di euro, che include sia la fase di costruzione sia quella operativa dei progetti di durata ultra-ventennale.


Visione messa a terra
“Le nuove stazioni a idrogeno situate in aree strategiche per il trasporto e la logistica – afferma il presidente di MISE Elio Catania – favoriscono il transito di veicoli a idrogeno lungo l’asse Europa-Genova, supportando la logistica verso Svizzera e Germania. Con questo progetto, andiamo a dare un contributo sostanziale a una delle componenti chiave di un triangolo di innovazione (rete, distribuzione e mezzi) che può davvero generare un nuovo mercato. Per completare l’opera, occorre una politica industriale ad hoc, che sostenga la filiera e dia impulso alla mobilità sostenibile”.
“In Milano Serravalle – ha aggiunto il CEO Ivo Roberto Cassetta – crediamo molto nella messa a terra di visioni che puntano a migliorare gli standard di mobilità sostenibile a beneficio di utenti e territori. Questa nuovo sito, frutto del coraggio e della professionalità dei nostri team, così come gli altri in finalizzazione, metterà una risorsa energetica alternativa a disposizione di mezzi di trasporto, leggeri e soprattutto pesanti, che sono già oggi pionieri di futuro. Ne siamo orgogliosi”.
La prima stazione
Il fattore tecnologico è forse la cifra migliore per comprendere la portata di questa iniziativa green. La stazione comprende tre componenti principali: gli erogatori, gli stoccaggi e le baie per i carri bombolai con i compressori. L’impianto è progettato per la distribuzione di idrogeno compresso alla pressione di 350 e 700 bar (varie modalità), con una capacità di erogazione di circa 1 ton al giorno, ma già predisposto per poter raddoppiare la capacità fino a 2 ton al giorno.
Tutti gli erogatori sono equipaggiati con dispositivi di pre-raffreddamento fino a -40°C. Il sito non prevede la produzione in loco dell’idrogeno, che sarà approvvigionato da fornitori e trasportato tramite carro bombolaio.
La stazione è in grado di ricevere carri bombolai di tipo tradizionale, che possono contenere circa 350 kg di idrogeno a una pressione di 228 bar (circa 23 m³), e carri di nuova generazione in grado di operare con pressioni fino a 500 bar (permettendo quindi l’erogazione a 350 bar senza necessità di compressione).
Il sito è dotato di un avanzato sistema di sicurezza con impianto antincendio a protezione delle componenti, una vasca di accumulo da 480 m³, sensori e telecamere per rilevare fughe di gas e anomalie e sistemi di controllo sia locali sia remoti.





