Pilotiamo corpo e spirito (in armonia con la natura) grazie alla camminata metabolica
di FABRIZIO APOSTOLO
L’Italia s’è desta, letteralmente, a partire (e non avrebbe potuto essere altrimenti) dalla città del Tricolore, Reggio Emilia, terra di benessere voluto, cercato e trovato. L’ha fatto, nel caso specifico, nella postura, quella di tutti noi, che è fatta di movimento, muscoli, respiro e pensieri armonici. Meglio se tutto accordato come un’orchestra specializzata in arie (spostiamoci di qualche chilometro) verdiane.
Volgere lo sguardo oltre, per noi che pur ci occupiamo quotidianamente di mobilità e, dunque, anche di mobilità dolce, ci ha fatto approdare dalle parti di una storia reggiana imprenditoriale fortemente connessa al nostro tempo: la storia della camminata metabolica. L’idea l’ha avuta qualche anno fa il trainer reggiano Stefano Fontanesi che con il figlio Davide ha iniziato poco per volta a portare le palestre dentro i parchi, all’aria aperta.
Dalle prime ha fatto “traslocare” i coach, a partire dagli stessi founder, gli allievi naturalmente e poco altro, essenzialmente una borraccia con l’acqua e una “f-band”, fascia di tessuto resistente e non elastica lunga circa un metro con due maniglie morbide per le mani. Serve per assumere la corretta postura mentre si “cammina” e a fare, sul posto o in moto, una serie di esercizi, singolarmente o a coppia.
Camminata metabolica
Ovvero movimento, rigorosamente all’aria aperta, che attiva il meglio del nostro metabolismo. Come? Assumendo la migliore postura possibile, slanciando il corpo a partire dal tallone per proseguire con il polpaccio (“La seconda pompa circolatoria“, si sente dire chi la pratica), lavorando con le braccia custodite dalla f-band come boxeur e tenendo lo sguardo dritto e alto.
Finita qui? Per niente, come ci spiega Matteo De Biasi, di base ad Assago, Sud Milanese, uno dei coach d’Italia (per un quadro generale e tutte le info del caso: www.camminatametabolica.it) che si sono appassionati a questa disciplina e che “allenano”, estate e inverno, gruppi di allievi di tutte le età tra alberi e sentieri.
C’è la voce guida dell’allenatore che parla attraverso cuffie wireless porgendo istruzioni posturali, ma anche stimoli motivazionali: “E c’è l’importanza di bere consapevolmente, attivare la vista laterale, entrare in profonda sintonia con la natura”. Corpo e spirito, dunque, non un concetto nuovo, ma troppo spesso dimenticato.
Rivivere e far rivivere (gli spazi verdi)
Ad Assago, quando cala la sera, nel locale parco agricolo si possono notare file di uomini, donne, giovani, anziani tutti guarniti da cuffie da Gamer luminescenti che si slanciano camminando a tempo di musica (dimenticavamo, insieme alla voce del coach in cuffia scorre una colonna sonora ad hoc e, tra le altre cose, il nostro Matteo è anche deejay…), destando la curiosità degli altri passanti, manco si trattasse di un team proveniente da Marte. Prima che facesse così umido, la sessione si concludeva con un rilassamento in stile Yoga in cui la scelta, da coricati, era tra chiudere gli occhi o guardare le foglie e le stelle, a pieno schermo celeste.
Molti hanno scoperto la Camminata Metabolica in tempi di Covid, epoca che tra le mille difficoltà ha quantomeno fatto riscoprire i benefici del vivere più intensamente e rispettosamente la natura. Molti altri notano che ripopolare i parchi, con iniziative di questo genere, significa anche aiutare a rimetterli in sicurezza, grazie alle persone.
Noi, semplicemente, abbiamo voluto raccontare questa pratica perché altro non è che un modo antico, nuovo, bello e accogliente di andare. “Guidando” nel modo più consapevole possibile il miglior veicolo che la tecnologia abbia mai prodotto e che mai produrrà: il nostro caro e vecchio corpo umano.