Governare la crescita tra presente e futuro facendo tesoro del know-how acquisito. La visione di Politecnica attraverso la voce del suo vicepresidente Marcello Mancone
Redazione VISIONJ
Presente e futuro dell’ingegneria infrastrutturale. È stato questo uno dei fili conduttori forti dell’Assemblea Anceferr 2024, che si è tenuta a Roma lo scorso 14 novembre, un evento che ha saputo mettere in rete, come meglio non si sarebbe potuto, tutti i protagonisti della filiera delle infrastrutture ferroviarie, dalle Istituzioni alle stazioni appaltanti, dalle imprese ai progettisti.
Proprio in tema di design, un’autorevole voce che abbiamo potuto raccogliere nel contesto dell’Assemblea è stata quella dell’ingegner Marcello Mancone, vicepresidente ed head of infrastructures di Politecnica Ingegneria e Architettura, primario player dell’engineering nazionale anche molto apprezzato nel mondo.
“L’evento ferroviario a cui partecipiamo qui a Roma – ha detto Mancone – è un momento significativo di confronto per gli attori di una filiera di cui noi progettisti siamo un anello importante, anche perché ci collochiamo in una fase storica caratterizzata da rilevanti investimenti e forte stress per la filiera tutta, incluse le società di ingegneria più strutturate.
Detto questo, stiamo cercando di dare le migliori risposte al mercato, che in questo momento ci richiede un grandissimo impegno in termini di risorse, ma che contestualmente ci consente di misurarci sullo sviluppo di continua innovazione e soluzioni all’avanguardia. Nel presente stiamo tutti cercando di dare una risposta concreta al sistema Paese, nella fattispecie al settore delle infrastrutture. Tuttavia, ci chiediamo anche che cosa succederà tra qualche anno, quando ci potrebbe essere un calo fisiologico della domanda di attività“.
Il fattore sustainability
“Governare la crescita – continua Mancone – è dunque per noi un tema fondamentale, nonché funzionale ad anticipare quello che sarà il futuro. Per poter mantenere questi standard posso dire che l’esperienza accumulata in questi anni, anche in virtù delle difficoltà riscontrate nel reperire risorse idonee a soddisfare la massiccia domanda di infrastrutturazione, ci potrà portare a un’acquisizione di know-how in termini di efficienza, innovazione e sostenibilità che sono poi i tre pilastri del nostro approccio.
Se è vero che sulla sostenibilità vi è ancora molto ‘green washing’, in questo momento come Politecnica Ingegneria e Architettura stiamo investendo in un settore apposito che si occupa di ciclo di vita delle opere, proprio per diffondere questa cultura nella nostra organizzazione e progettare così infrastrutture che siano resilienti, sostenibili e sempre meglio inserite nei relativi contesti”.