Focus ONProgetto

Progettare, in squadra

Multidisciplinarietà, formazione continua, sicurezza, sostenibilità e innovazione, qualità. Sono i fattori che delineano l’identità di ITEC Engineering: la raccontiamo attraverso alcune case history esemplari

 

Redazione VISIONJ

Il ventennale è in vista, sarà nel 2026 avendo la società spiegato le vele nel 2006. Cosa le fa muovere? Ovvero: quali sono i fattori alla base della crescita (continua) di ITEC Engineering, studio di progettazione guidato da cinque soci e forte della competenza specialistica di circa 30 persone, che ha le proprie sedi a Sarzana e Genova, in Liguria? Sono, per lo più, fattori che il progetto VISIONJ coltiva da sempre e che abbiamo ritrovato proprio osservando da vicino questa realtà: multidisciplinarietà, formazione, sicurezza, sostenibilità, innovazione e qualità.

Il primo è l’elemento connettivo, centrale nella costruzione di un ecosistema in cui il progettista ricopre un ruolo sempre più strategico. Lo spiega l’assortimento di professionalità (formate, ed eccoci già al secondo k-factor), ma anche la capacità di fare squadra con tutta la filiera, inclusi gli stessi specialisti del design. 

Un esempio tra i molti: Roberto Vallarino, founder&CEO di ITEC è stato recentemente nominato coordinatore per la Liguria dell’OICE, l’organizzazione delle associazioni dell’engineering nazionale parte di Confindustria.

ITEC, in generale, ha come mission quella di fornire servizi di ingegneria di alta qualità in ambito civile, ambientale e infrastrutturale, nonché idraulico e impiantistico, collaborando con committenze sia pubbliche sia private. Tra i suoi campi di attività rientrano tutti i livelli della progettazione, studi specialistici, project e program management, direzione lavori e coordinamento della sicurezza, collaudi, analisi di rischio idraulico e affidabilità strutturale. 

I tre k-factor citati sicurezza, sostenibilità e innovazione sono connaturati a ogni aspetto dell’attività ingegneristica di ITEC, diventando radici, fiori e frutti delle nostre infrastrutture. Ne troviamo traccia, in tutti i progetti sviluppati, tra cui quelli che abbiamo scelto di menzionare in questa sede, per raccontare l’azienda attraverso alcune loro peculiarità.

Casi scuola

Esempio princeps della catena virtuosa che lega sicurezza, sostenibilità e innovazione e insieme elemento centrale dell’attività di ITEC è sicuramente la piena adozione dell’approccio BIM, Building Information Modeling, già in tempi non sospetti. Quelli, per esempio, in cui è stata generata progettualmente una grande opera in esecuzione come il nuovo ponte sul fiume Serchio, link tra la SS 12 dell’Abetone e del Brennero e la SP 1 Francigena nel Comune di Lucca. Committente, la Provincia di Lucca. 

Il progetto, infatti, è stato interamente sviluppato e gestito in ambiente BIM: grazie all’interoperabilità tra i software di calcolo FEM (strutturale, geotecnico, idraulico e architettonico) e quelli di modellazione grafica BIM, è stato possibile attivare un flusso operativo implementato anche nelle dimensioni digitali 4D Tempi e 5D Costi con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni di ogni fase. Tutte le opere in acciaio, CA e CAP sono state verificate allestendo modelli FEM di dettaglio funzionali a individuare gli stati di tensione e deformazione nelle configurazioni di carico più critiche previste dalle NTC.

Grazie al BIM – commenta l’ingegner Vallarino – ogni oggetto non è solo forma, ma informazione: materiali, costi, tempi, ambiente. Siamo di fronte a un cambio di paradigma: il BIM non è solo uno strumento, è un linguaggio comune tra architetti, ingegneri, costruttori e committenti. Un ponte tra professionisti che vogliono costruire in modo più efficiente, trasparente e sostenibile”. 

Il progetto, che affianca al percorso veicolare del ponte anche una pista ciclopedonale, separata e protetta, ha lavorato cospicuamente anche sulla sostenibilità ante, in e post operam, salvaguardando gli habitat e tutelando le biodiversità. Ma anche sulla sicurezza idrogeologica, da sommare all’innalzamento degli standard di sicurezza stradale che l’introduzione del nuovo segmento determinerà.

Sostenibilità e innovazione

Ancora a proposito di sostenibilità e innovazione, tra le numerose best practice di casa ITEC ne abbiamo individuate due, in particolare, in cui illuminare, rispettivamente, i due fattori. Il green factor lo ritroviamo, per esempio, nella progettazione della fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di un’opera sostitutiva, in sottopasso, al cavalcaferrovia della linea ferroviaria Tirrenica lungo Via degli Acquedotti a Livorno, commiitente il relativo Comune. Tra le note caratteristiche, il lavoro progettuale sulle componenti “Disassemblaggio e fine vita” ai sensi dei CAM Edilizia del 2022. 

L’obiettivo: definire le modalità di demolizione e successivo recupero del materiale redigendo un dettagliato piano di demolizione dell’opera: “Sulla base della tipologia delle opere realizzate, della dislocazione dei giunti bullonati/saldati sulle travi principali, delle dimensioni degli spazi disponibili entro cui collocare le autogrù, sono state individuate alcune attività di demolizione selettiva che garantiscono il completo recupero delle parti in carpenteria metallica e delle sottostrutture in CA riducendo al minimo le interruzioni sulla linea ferroviaria”. 

Lo smart factor, sempre interconnesso agli altri, emerge quindi nella progettazione esecutiva (con CSP) del collegamento tra il raccordo autostradale di Santo Stefano Magra (La Spezia) e la sponda destra del Magra (committente ATI con capogruppo SET SpA). Nel caso specifico il design, condotto totalmente in ambiente BIM (modellazioni strutturali, geotecniche e architettoniche), è stato supportato da rilievi con drone e laser scanner LIDAR per la creazione di Digital Terrain Model (DTM) anche in zone di fitta vegetazione. Tra i numerosi punti di forza e cura: l’attenzione agli aspetti idraulici e a quelli delle future manutenzioni.

Qualità certificata

Tutto questo ci porta dritti al fattore qualità, riassumibile nelle numerose certificazioni presenti nella bacheca di ITEC, da quella ambientale alla parità di genere (le trovate tutte sul sito web dell’azienda: UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001, UNI EN ISO 45001, SA8000, PdR 74-2019, ESG, PdR 125).

E tutto questo, ci porta anche a un modello di Made in Italy dell’engineering che sa togliersi meritate soddisfazioni anche sulla scena internazionale. Una prova? La collaborazione con SETECO Ingegneria nella progettazione del nuovo ponte Robert Schuman sul fiume Saône a Lione, in Francia, un vero e proprio gioiello di estetica e armonia con il territorio.

La visione della vera velocità 

di ROBERTO VALLARINO | CEO di ITEC Engineering*

C’è un momento, breve e intensissimo, in cui il mondo esterno svanisce. Esistono solo l’asfalto che scorre via sotto le ruote, il rombo del motore che diventa una colonna sonora e la traiettoria perfetta da disegnare nella curva successiva. Per molti è solo adrenalina, un hobby per il fine settimana. Per me, è molto di più. È la più grande scuola di vita e la metafora più calzante del mio lavoro come ingegnere e CEO di ITEC engineering Srl.

Fin da ragazzo, la velocità mi ha affascinato. Non la velocità fine a se stessa, quella incosciente e senza controllo, ma quella che è frutto di precisione, studio e coraggio. La stessa che cerco di infondere ogni giorno nella mia azienda.

La pista non è altro che il mercato.

Ogni volta che scendo in pista, vedo il mercato in cui operiamo. Ci sono i rettilinei, dove puoi spingere al massimo e guadagnare terreno: sono i periodi di crescita, di successo consolidato. Ma poi, inevitabilmente, arriva una curva, o peggio, una chicane stretta e imprevedibile. Quelli sono i momenti di crisi, le sfide inaspettate, i cambiamenti repentini del settore.

In quei frangenti, l’istinto ti direbbe di non rallentare. Ma la tecnica e l’esperienza insegnano il contrario. Devi frenare al punto giusto, alleggerire il carico, trovare il punto di corda e prepararti a riaprire il gas per uscire dalla curva più forte di prima. Quante volte in azienda abbiamo dovuto fare lo stesso? 

La macchina è l’azienda, la squadra è tutto.

Da ingegnere, la mia ossessione è la macchina. Ogni componente deve essere perfetto, ogni settaggio ottimizzato. Telemetria, dati, analisi: tutto serve a migliorare la performance. La mia azienda, ITEC, è la mia macchina da corsa più complessa e affascinante. Ogni giorno lavoriamo per renderla più efficiente, più innovativa, più reattiva.

Ma anche la macchina più perfetta non va da nessuna parte senza una squadra eccezionale ai box. Meccanici, ingegneri di pista, strateghi: un team coeso che lavora in simbiosi. In ITEC è lo stesso. Il successo non è mai del singolo, ma del team. Ogni persona, con la sua competenza e la sua passione, è fondamentale per tagliare il traguardo. Io posso essere al volante, ma la vittoria è sempre e solo di tutti.

La vera velocità è la visione.

Andare veloci non significa solo schiacciare l’acceleratore. Significa guardare lontano, anticipare la curva successiva mentre stai ancora percorrendo quella attuale. Significa avere una visione chiara di dove vuoi arrivare e della strada migliore per farlo.

La passione per la velocità mi ha insegnato che il limite non è una barriera, ma un punto di riferimento da superare. Con intelligenza, preparazione e, soprattutto, con la squadra giusta al proprio fianco. 

* Fonte LinkedIn (clicca qui)

Il profilo LinkedIn di Roberto Vallarino

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