Infrastrutture e digitalizzazione: come tecnologie integrate, scalabili e adattive possono oggi supportare al meglio ogni ordine di Pubblica Amministrazione
di VINCENZO VALENTE | Project Manager SPERI, Digital Innovation Manager SPERIBIMON
La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione non è più una possibilità, ma una necessità che possiamo definire sistemica. Nel settore delle infrastrutture civili e della pianificazione urbana, l’integrazione tra approcci metodologici strutturati (come il BIM) e tecnologie abilitanti (GIS, IoT, AI, digital twin), su cui ritorneremo a breve, offre oggi opportunità concrete per una gestione evoluta del patrimonio pubblico costruito e in costruzione. Ma digitalizzare non significa soltanto introdurre strumenti informatici: significa ripensare i processi sulla base di nuovi paradigmi, nonché rendere il dato affidabile, strutturato e soprattutto utile alla decisione tecnica.
Norme e tecnologie per nuovi paradigmi
Negli ultimi anni, il legislatore ha inciso notevolmente sulla digitalizzazione del settore pubblico tecnico. A partire dal Decreto Ministeriale 312/2021, che rende progressivamente obbligatorio l’utilizzo del BIM per gli appalti pubblici, fino alle prescrizioni del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 36/2023) che introduce l’ecosistema di approvvigionamento digitale, il quadro normativo si è fatto più strutturato.
In parallelo, il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 e le missioni del PNRR (in particolare la Componente M1C1) hanno incentivato l’adozione di piattaforme interoperabili, open data, sensoristica distribuita e sistemi di monitoraggio predittivo, con obiettivi ambiziosi: ridurre i rischi, aumentare la trasparenza e migliorare la qualità dei servizi pubblici.


Strumenti integrati e cicli di vita
Il cuore della trasformazione è il passaggio dalla gestione per atti alla gestione per dati. Il Building Information Modeling, quando adottato in coerenza con i principi di interoperabilità IFC (ISO 16739) e coordinato con strumenti GIS e piattaforme di Asset Management, permette una tracciabilità completa delle decisioni progettuali, esecutive e manutentive. L’evoluzione più recente è rappresentata dal Digital Twin, ovvero la creazione di un gemello digitale dell’opera reale, aggiornato in tempo reale attraverso sensori IoT (strain gauge, accelerometri, inclinometri, LVDT, ecc.) e algoritmi di analisi. Il Digital Twin consente simulazioni predittive, scenari what-if, gestione preventiva del rischio e manutenzione basata su condizione (CBM – Condition-Based Maintenance).
Tutti gli strumenti citati si rivelano cruciali per le amministrazioni titolari di infrastrutture critiche (quali sono ponti, viadotti, gallerie, edifici strategici e via dicendo), soprattutto alla luce delle nuove linee guida emanate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dall’ANSFISA, che raccomandano il monitoraggio continuo e la classificazione del rischio strutturale secondo il modello del Fascicolo dell’Opera Digitale.
Governance locali alla prova dei dati
Il principale ostacolo alla piena adozione di questi strumenti è spesso la frammentazione dei processi e la carenza di competenze interne. Per questo motivo, è fondamentale accompagnare gli enti con servizi di affiancamento tecnico-specialistico che facilitino l’adozione di ambienti informativi coerenti, la redazione dei Capitolati Informativi (CI) e dei Piani di Gestione Informativa (PGI), l’integrazione tra piattaforme (es. PDM, SAP, GIS, CDE) e la formazione del personale tecnico.
In questo scenario assumono un ruolo chiave i DSS (Decision Support System), ovvero piattaforme in grado di trasformare la complessità dei dati raccolti in strumenti concreti di supporto alle decisioni. Integrando BIM, GIS, sensori IoT e modelli di analisi, i DSS consentono di generare indicatori di performance (KPI), scenari previsionali e sistemi di allerta precoce. Questo permette alla PA non solo di avere una fotografia aggiornata del patrimonio infrastrutturale, ma anche di orientare scelte strategiche e operative in modo oggettivo e trasparente.
In contesti di scala ridotta – come per esempio unioni di comuni, province, enti gestori di reti locali – è possibile adottare modelli digitali semplificati, basati su logiche federate e architetture cloud-native, con data governance condivisa. L’obiettivo è abilitare una Pubblica Amministrazione capace di prendere decisioni sulla base di dati reali, aggiornati, affidabili, attivando procedure manutentive o strategiche fondate sull’evidenza.
Modelli digitali a misura di ente
Uno degli aspetti centrali della digitalizzazione è la scalabilità. Le metodologie descritte – modellazione BIM, monitoraggio sensoristico, gestione dati, DSS – possono essere applicate sia a grandi reti infrastrutturali che a patrimoni più limitati. Anche un piccolo Comune può adottare un Digital Asset Register semplificato per gestire digitalmente scuole, cimiteri, o edifici pubblici.
In questo contesto SPERIBIMON ha sperimentato questo approccio su progetti molto diversi tra loro: dal supporto a grandi stazioni appaltanti per il controllo di viadotti complessi, fino alla digitalizzazione spinta di parchi urbani, parcheggi intelligenti e reti verdi con sensori ambientali in logica smart city. In tutti i casi, il cuore del metodo è lo stesso: integrare informazione e decisione, strutturando i flussi informativi in modo coerente, tracciabile e interoperabile.
In conclusione, possiamo attestare che la digitalizzazione della PA tecnica è una sfida complessa ma necessaria. Richiede visione strategica, strumenti adeguati, supporto specialistico e un quadro normativo di riferimento solido. Se ben governata, questa transizione può rappresentare un nuovo paradigma per la cura e la valorizzazione del patrimonio pubblico, capace di coniugare sostenibilità, sicurezza e trasparenza.
SPERIBIMON, alleanza tecnologica per supportare le decisioni
SPERIBIMON è l’ultima società nata all’interno del gruppo SPERI, una sister company con focus specifico su digitalizzazione, automazione e consulenza. Nata dall’integrazione tra le competenze ingegneristiche di SPERI e l’esperienza tecnologica di BIMON, si propone di guidare Pubbliche Amministrazioni e aziende nell’affrontare con efficacia le sfide della trasformazione digitale.
La società sviluppa strumenti e metodologie innovative per la gestione dei dati, il monitoraggio intelligente e la semplificazione dei processi, con l’obiettivo di rendere la tecnologia un supporto concreto alle decisioni e non un mero fine. SPERIBIMON si rivolge a realtà di ogni dimensione – dalla grande stazione appaltante al piccolo ente locale – offrendo soluzioni scalabili, trasparenti e sostenibili.


L’autore
Vincenzo Valente è project manager SPERI e Digital Innovation Manager SPERIBIMON. Ha un’esperienza internazionale maturata in Italia e all’estero in progetti complessi che spaziano da infrastrutture a grandi opere architettoniche. Si occupa della gestione di grandi commesse, con particolare attenzione alla digitalizzazione e all’innovazione dei processi nel settore delle costruzioni, al supporto alle Pubbliche Amministrazioni e alla rigenerazione urbana. Collabora a iniziative di ricerca e sviluppo dedicate all’integrazione tra ingegneria, tecnologie digitali e sostenibilità.



